— 70 — A Trieste, la capitale della regione, il governo ha sempre rifiutato di erigere una scuola tecnica o classica con lingua d’istruzione italiana; nel Friuli ben cento mila italiani non hanno una scuola media, dove si insegni in lingua italiana. Ma un simile ostracismo non è dato invece alla istruzione slava. Mentre nella Oarniola che è la provincia slovena per eccellenza, non hanuo gli slavi scuole medie complete, perchè il governo ve li ritiene ancora immaturi, nella Venezia Giulia dopo aver fondato il ginnasio-tecnico croato di Pisino e aver portato a Gorizia le magistrali slovene, lo stesso governo sta fondando a Gorizia, accanto al liceo tedesco, il liceo slavo. Intanto affinchè i giovani italiani abbiano una istruzione italiana, devono provvedere e spendere le amministrazioni comunali e provinciali, mentre in tutta l’Austria è lo Stato che fa le spese completamente dell’ istruzione media e parzialmente della elementare. * * * Una conseguenza di questo ideale governativo della scuola austriaca è la questione della università italiana a Trieste. Sono noti i termini della questione: in Austria non esistono scuole superiori italiane di nessuna specie. I giovani italiani che vogliono compiere gli studi universitari (oggi sono circa 1200) sono costretti a frequentare le università e i politecnici tede- — 71 — schi della Monarchia, e vanno specialmente e Vienna e a Graz. Nel Regno si recano pochissimi perchè le lauree conseguite in Italia non vengono per nulla riconosciute in Austria; un laureato in legge, medicina o lettere di una università italiana non può esercitare in Austria la sua professione, se non dopo aver ripetuto in una università austriaca tutti gli esami, e nella maggior parte dei casi in tedesco. Le conseguenze di questo stato di cose si comprendono facilmente. Se non v’ è pericolo che l’università snazionalizzi dei giovani che necessariamente hanno già una coscienza politica, la loro coltura ne risente però assai duramente. Intanto, quelli che non hanno studiato nelle scuole tedesche — e sono la maggioranza — vanno all’ università conoscendo il tedesco in modo assai relativo. E cominciano anch’ essi, come i bimbi che vanno alle scuole elementari, col non capire quello che i professori spiegano nella cattedra. Ma sarebbe il meno. Tutto quello che si parla, si studia e si commenta è profondamente lontano dalle loro abitudini mentali e dallo spirito della loro razza. Gli studenti italiani che vanno all’università, si trovano a contatto con studenti coi quali devono essere in stato di guerra, con professori coi quali l’ostilità celata o palese è continua, e sopratutto devono subire qualche cosa che ripugna loro più degli studenti e più dei professori nemici : la coltura straniera.