— 170 — socialisti. Per ciò noi consideriamo oggi, come in pericolo di essere conquistati dagli slavi, i collegi primo e terzo del quarto corpo elettorale di città. Naturalmente, anche una nostra sconfitta in questi due collegi non significherebbe affatto direttamente la perdita del Comune, perchè avremmo ancora nel Consiglio una maggioranza schiacciante. Tuttavia, indirettamente, la perdita di quei pochi seggi sarebbe veramente fatale per due ragioni: la) una vittoria slava in città produrrebbe una enorme impressione. Noi non saremmo più la nazionalità incontestabilmente padrona del paese, alla quale anche gli elementi meno puri e meno nazionali si aggregano o per suggestione, o per tornaconto. La nazionalità vittoriosa, la nazionalità dell’avvenire apparirebbe la slava e tutti gli elementi incerti — specialmente gli immigrati di fresco da paesi non italiani — passerebbero subito dalla parte dei trionfatori. 2a) Il giorno in cui la conquista di due o tre collegi in citta facesse apparire che gli slavi — anche nei distretti urbani — dispongono di forze sufficienti per dare battaglia seriamente al partito italiano, il governo farebbe modificare il regolamento elettorale in modo da dare, più che ora, occasione agli slavi di combattere e di vincere. Gli slavi tentano perciò con tutte le loro forze aumentare il numero dei loro elettori in città e specialmente nei due collegi più pericolanti. — 171 — Tutta la loro molteplice propaganda scolastica ed economica — d’altronde abbastanza controbattuta da noi — avrà i suoi effetti soltanto fra qualche decennio. Con le scuole non si ammassano in quattro o cinque anni le migliaia di elettori che occorrono. Neanche la slavizzazione della burocrazia può servire oramai troppo, perchè già gli uffici dello Stato a Trieste sono saturi di slavi e non ne possono accogliere di nuovi. Ma resta agli slavi, per l’ammassamento di numerose forze elettorali, il mezzo più formidabile e più sicuro : l’immigrazione operaia. * * * Trieste aveva nel 1900 180.000 abitanti, nel 1910 229.000. Ciò significa un aumento medio di cinquemila persone all’anno. Di queste intorno a 2000 son date dall’aumento naturale e 3000 dalla immigrazione. Se questa gente nuova viene a Trieste vuol dire che ci trova modo di vivere e di lavorare; anzi, visto che di disoccupazione a Trieste si parla assai raramente, malgrado questo continuo afflusso di nuovi operai, si può dire che il mercato del lavoro a Trieste abbisogna annualmente di un numero di lavoratori, che, con le famiglie, arriva alla somma di 3000 persone. Quello che in questo campo cercano di raggiungere gli slavi, è, che tutti i 3000 operai che immigrano annualmente a Trieste siano slavi.