— 102 — * * * Lo svolgimento posteriore di tutte le nazioni slave dell’Austria ha un carattere comune: la dipendenza assoluta dalle civiltà degli altri popoli. Gli slavi non hanno creato nulla da soli, in nessun luogo. Le province totalmente slave sono quelle che hanno meno progredito intellettualmente ed economicamente; gli slavi di quelle province, che per essere nazionalmente omogenee dovrebbero essere i centri della civiltà e della azione politica slava, sono meno progrediti e nazionalmente meno validi degli slavi delle provincie miste. Vediamo ora un po’ le province. La Galizia divisa fra polacchi e ruteni è la provincia più povera della monarchia. Cechi e slovacchi appartengono alla stessa nazione ; ma i cechi vivono insieme ai tedeschi, gli slovacchi sono soli in un angolo delFUngheria settentrionale; ebbene, i cechi sono un popolo quasi civile, gli slovacchi sono barbari completamente. Ci sono ugualmente sloveni tanto nella Carniola quanto intorno a Trieste ; eppure la Carniola, a confessione degli stessi slavi, è una provincia arretrata, a Trieste gli slavi cominciano a dichiararsi popolo conquistatore. Infine sono della stessa identica nazionalità i croati della Dalmazia e quelli della Croazia. Eppure fra di loro v’è un abisso. - 103 — Abbiamo a questo proposito un documento curiosissimo. L’anno scorso nel Novi Listy di Fiume un giovane dalmata-croato faceva uno sfogo contro “ gli assonnati, intorpiditi zaga-brensi che mal tollerano la vivacità tutta italiana dei dalmati (croati) che conversano, pensano e cantano quasi esclusivamente in italiano, per cui nella Mecca del croatismo vengono appellati con lo spregiativo di “ taliyanci „. Il giovane croato della Dalmazia cercava di spiegarsi questa avversione dei fratelli di Zagabria “ con la gelosia che suscitano e la invidia, i croati-dalmati che hanno portato nella vita politica ed intellettuale croata, le generose idee di progresso e di democrazia, tratte dalla convivenza con gli italiani e quel senso di ribellione a tutte le oppressioni della politica e del pensiero, che è una caratteristica del popolo italiano, amantissimo della più sconfinata libertà per la quale attraverso la storia sua gloriosa si son sacrificati vari martiri illustri e gloriosi L’articolista ricorda infine “ la grande e profonda influenza della civiltà italiana — sempre viva ancorché aspramente combattuta — sui dalmati di nazionalità serbo-croata che anche senza volerlo vedono sconvolta e modificata la loro psiche slava „. Tutte cose, conclude egli, che i croati di Zagabria mal comprendono e perciò “ danno addosso ai vivaci giovani dalmati dall’intelligenza aperta e dall’animo generoso