- 90 — vede il pericolo del sovversivismo; ohi ha orrore della volgarità e delle tragedie della azione quotidianamente sfibrante e negatrice della politica; chi è troppo umile o troppo disdegnoso per gettarsi a capofitto nelle tempeste e nei rancori dei partiti; chi è troppo vecchio o troppo giovane per essere in prima fila nelle battaglie ; tutti insomma quelli che, non potendo agire nelle file del partito della Patria, amano tuttavia la Patria, poterono entrare nella Lega e lavorare per lei secondo le loro forze e la loro natura. E per questa comune idealità, per la semplicità della azione, per l’umiltà caritatevole di questo umile imperialismo scolastico, che se circostanze esterne non lo impedissero, potrebbe conquistare popoli e provincie, fra tanta differenza di uomini che sono in lei - dai più fieri assertori della nostra lotta ai più miti devoti della nostra idea - non ci sono state mai nel suo seno divergenze e discordie. Pare che la sua assenza non rifletta una sola concezione della vita nazionale, che la sua azione non sia una sola delle attività possibili da parte della Nazione; ma che invece la Lega sia l’unica possibile società degli italiani e la sua azione, la azione italiana per eccellenza. E siccome tutti quelli che sono in lei si sentono italiani, nessuna dalle sue finalità può discordare. E la Lega la prima scuola, che insegna con la sua umile propaganda e le sue piccole ne- - 91 - cessità il primo verbo della coscienza nazionale. A scuola, i ragazzi, dalla terza o quarta ginnasiale, cominciano a raccogliere denari. A venti centesimi per settimana, raccolti da un cassiere eletto dai compagni, aumentati con l’introito di piccole lotterie e di piccoli balli si accumulano migliaia di lire. Che potrebbero capire e sopratutto che potrebbero fare quei ragazzi se la patria fosse rappresentata da un partito, da un programma, da una teoria ? Ma c’è questa istituzione senza odii e senza esclusioni, che non combatte e non avversa, ma protegge tanti fanciulli in tutte le terre soggette all’Austria, nel nome d’Italia. E allora si privano del piccolo piacere per dare l’obolo, impiegano le ore di riposo per organizzare festicciuole, discutono come politici, calcolano come finanzieri. D’estate, nei luoghi di villeggiatura del Regno ci sono molte fanciulle di Trieste. C’è con loro molta gente, che non conosce Trieste, che non sa della sua italianità e delle sue lotte. Potranno ora queste fanciulle convertire gli ignari con la confutazione delle loro idee sulla politica estera, con la rettifica dei loro ragionamenti sulle questioni economiche? No; esse stendono la mano domandando l’obolo per la associazione ohe educa e fa italiani i figli del popolo ; e nessuno può rifiutare. Entra nelle casse della difesa nazionale il danaro e la propaganda gentile converte spesso meglio il donatore,'che la più eloquente arringa politica.