— 40 — dal ’48 in poi, volano come ombre mute e inerti ma esasperanti nella loro eternità. Nel fatto pratico, invece, tutto si riduce a fare quello che può essere utile allo sviluppo della scuola nazionale, del giardino d’infanzia nazionale, della banca italiana, del teatro italiano, delle biblioteche italiane, delle cooperative italiane. Tutto si riduce a quel massimo comun denominatore che è la conservazione della italianità di Trieste. E siccome si sente che questo motivo, che si esprime in due parole è il più alto fra i programmi che la mente di un uomo può immaginare; siccome si sente, che la nostra missione così piccola e così triste nelle sue espressioni quotidiane, è nella sua sostanza la difesa dei confini d’Italia ; così il sacrificio delle teorie politiche e della lotta di partito imposto dalla necessità, diventa un sistema e un vanto. Che vale la democrazia o il conservatorismo, il cattolicismo o il socialismo, di fronte al programma di conservare italiano un brano di terra italiana ? Che vale un mutabile vento di opinioni, il breve spiro di una teoria, lo schema secco di un sistema, — tutte cose che possono servire a completare la patria quando esiste sicura — di fronte al fatto primordiale ed enorme dell’essere o non essere italiani? Noi abbiamo bisogno del popolo, perchè senza di lui non si può vincere la coalizione dei nemici della Patria; e allora alla grande belva mutevole e senza ragione, si gettano le vesti dei — 41 — propri principi come si spogliavano degli abiti preziosi e delle gioie per darle allo Stato le donne romane nelle ore del pericolo e della sventura. Cosicché, mentre brontola contro l'assolutismo dei maggiorenti, il popolo è proprio lui, che comanda, poiché gli intellettuali cedono sempre, con una condiscendenza ohe pare servile e in fondo è generosa. Per questa situazione, tutto questo caos ha in sé un grande ordine, questa massa eterogenea è un esercito, questa immobile quiete della intelligenza ha un ardore che brucia. Nelle ore della lotta nazionale chi fino a un momento prima brontolava, offre con devota umiltà il suo sacrificio ; chi voleva distinguersi si mette nel fitto della schiera e marcia silenzioso senza domandare la mèta nè il motivo; chi sonnecchiava nella assenza di discussioni trova insperati lampi di intelletto e di fede che riescono a superare situazioni che paiono insolubili. La lotta politica, ridotta a un monotono tecnicismo di politica scolastica ed economica, nelle antitesi con le forze straniere, si condensa in odii che bastano a nutrire lo spirito di decenni ; si allarga nel suo significato a simbo-leggiare le guerre che occuperanno milioni di uomini per secoli interi. Quando la bandiera è spiegata, l’impossibile si compie e la voce di Trieste si fa sentire come una voce di orgoglio e di speranza e la patria ancora trionfa.