— 118 — Spostando verso Belgrado il centro dello SlaviSmo meridionale, il grande porto dello Stato serbo non sarebbe più Trieste ma Spalato; perciò la tendenza panserba non ha affatto bisogno di aspirare alla conquista di Trieste. D’altro canto i serbi e i serbofili sanno che l’unico Stato, che deciderà della sorte delle loro aspirazioni sull’Adriatico, è l’Italia. Se l’Italia appoggierà l’Austria, come l’ha appoggiata nella questione del porto serbo in Albania, ancora, come in quella questione è avvenuto, le ambizioni serbe saranno tenute in iscacco malgrado l’appoggio russo. Invece potranno essere appagate soltanto se l’Italia si metterà risolutamente contro la Monarchia danubiana. Ma, per aver questo aiuto, i serbi dovranno fare pure qualche concessione all’Italia e la prima sarà la rinuncia a Trieste e all’Istria; rinunzia alla quale del resto i serbi già pensano. Essi capiscono, come già dissi, che l’appoggio della Russia sarà sempre vano fino a che la Germania e l’Italia appoggieranno l’Austria, e quindi devono ad ogni costo procurarsi l’appoggio dell’Italia, il solo che può rompere il cerchio di ferro che li stringe dal giorno della loro rinascita, ed impedisce loro di entrare nella vita del mondo, giungendo al mare. Ora la conquista della Bosnia e della Dalmazia, pagata con la rinunzia all’Istria, sarebbe pagata a un prezzo tutt’altro che esorbitante. Sta a noi il promuovere la conclusione di questo affare. ■_ IX. — Gli slavi all’assalto di Trieste. Nell’Istria e a Piume ancora gli slavi sono divisi in partiti che si combattono accanita-mente fra loro. Nella stampa slava stanno l’uno contro l’altro il Novi Listy di Piume, giornale democratico filoserbo e irredentista, diretto da Francesco Supillo e appoggiato dall’onorevole Tresic-Pavisic, poeta e agitatore dell’irredentismo dalmata, e il Puski Priyately organo di monsignor Mahnic vescovo di Teglia, capo dei clericali austriacanti. Invano la Nasa Sloga di Pola diretta dal sacerdote Mandic cerca di portar la pace in nome della comune lotta contro gli italiani. Le ire irrompono sempre più violente, e l’anno scorso monsignor Mahnic ha scomunicato il Novi Listy, come aveva già scomunicato tutti i giornali italiani della regione. Eppure, malgrado questa rissosità nel campo politico, l’azione nazionale resta sempre concorde e rettilinea e continuamente sorgono nuove associazioni fondate con lo scopo esclusivo di alimentare la lotta contro gli italiani. Una di queste associazioni, fondata nel 1911 è la “ Naradna Zajednica za Istru „ costituita seguendo il tipo di organizzazione che i cechi