— 108 — Noi dobbiamo guardare da vicino la politica dell’impero di fronte agli jugo-slavi. Nel farlo bisogna partire dalla premessa, che tale politica sta in un nesso assai elastico con la politica austriaca verso gli slavi in generale. Per esempio, l’anno scorso il governo austriaco ebbe per alcuni mesi, durante la crisi balcanica, un contegno ostile, o per lo meno diffidente, verso gli jugo-slavi, che però non turbò affatto il suo idillio coi polacchi ed ebbe pochissima influenza sulla questione boema. Questa relativa indifferenza fra le diverse politiche delle diverse nazioni slave ha per noi due conseguenze pratiche: la) il governo può fare una politica antislava o filoslava nelle nostre terre indipendentemente, almeno fino a un certo punto, dalla tendenza generale della sua politica; 2a) il governo austriaco può risolvere la questione jugo-slava, anche con una riforma della sua costituzione (trialismo), senza dover risolvere tutte le questioni nazionali dell’Austria e senza mutare in altre parti la costituzione. Una delle cause di questa situazione sta anche nel fatto di fondamentale importanza, specialmente per le lotte parlamentari, che la maggior parte dei croati è nello Stato ungherese e nella Bosnia-Brzegovina (oltre 4 milioni su 4.853.000), cosicché al Parlamento austriaco non ci sono che 13 croati, rappresentanti la Dalmazia e la parte croata dell’Istria. — 109 — * * * Il gruppo parlamentare jugo-slavo, composto di 37 deputati sloveni e croati sotto la presidenza dell’onorevole Sustersic, capitano provinciale della Carniola, ha pochi anni di vita, e appena la recente levata di scudi per il trialismo affratellò più seriamente gli sloveni e croati. Durante tutta la storia essi ebbero sorte e vita e aspirazioni differenti. Gli sloveni, che sono oggi complessivamente un milione e mezzo, abitano la Carniola, la Ca-rinzia meridionale, la Stiria meridionale e l’I-stria settentrionale. Ebbero vita separata dagli altri popoli slavi e una storia politica totalmente legata a quella della tedesca monarchia absbur-ghese. Il dominio tedesco gravò su loro e impedì loro completamente di avere una vita e una politica propria. Due volte si fanno vivi nella storia tentando di affermarsi nazionalmente. Si sollevano contro la nobiltà tedesca, aizzati da Ottocaro II durante l’interregno, tentano la formazione di una chiesa nazionale, durante la riforma. Nel 1584 un certo Dalmatin tradusse la bibbia in sloveno; altro non rimase di questi tentativi. Il dominio di Rodolfo d’Abs-burgo la prima volta, la Controriforma dei gesuiti la seconda, soffocarono ogni germe di vita nazionale e di sloveni non se ne parlò più fino a Napoleone. Al suo tempo nel 1810 fu fondata a Graz la “ Societas slovenica