— 108 — Il Consiglio comunale si compone di 80 consiglieri. Di questi, 12 sono eletti dal “ Territorio „ e sono slavi ; 68 dalla città e sono tutti italiani, ma 7 di loro sono socialisti. I 12 consiglieri di campagna sono eletti da due corpi elettorali, l’uno formato dagli elettori possidenti, l’altro da tutti gli altri. Gli elettori di città sono pure divisi secondo il censo, e precisamente in quattro corpi, ognuno dei quali elegge 16 consiglieri, mentre 4 ne elegge la Camera di Commercio. Nel primo corpo votano i grandi possidenti; nel secondo i professionisti, gli impiegati e tutti i laureati; nel terzo i piccoli possidenti, nel quarto gli operai e i nullatenenti. Da questo corpo sono stati eletti 5 dei 7 socialisti. La no&tra situazione elettorale nel quarto corpo appare più grave, con questo regolamento, di quello che sarebbe con uno a suffragio universale ; perchè in esso proprio assolutamente tutti gli elettori sono operai, essendo i borghesi (in gran parte nazionalisti italiani) iscritti nei primi tre corpi. Gli elettori di ciascun corpo non votano tutti insieme, ma sono divisi in sei collegi, ognuno dei quali elegge da due a quattro consiglieri. Nella città, i risultati delle ultime elezioni amministrative del giugno 1913, sono stati: 1° corpo (grande possesso): italiani liberali 903 voti; slavi 80. 2° corpo (professionisti ed impiegati); italiani liberali 3000; socialisti 251: slavi 452. — 169 — 3° corpo (piccola borghesia) : italiani liberali 3033; socialisti 1213; slavi 668. 4° corpo (operai): 1° distretto (S. Tito), italiani 578; socialisti 433; slavi 302. 2° (Città Vecchia), italiani 884; socialisti 523; slavi 76. 3° (Città Nuova), italiani 660; socialisti 383; slavi 483. 4° (Barriera Nuova), italiani 1245 ; socialisti 593; slavi 687. 5° (Barriera Vecchia), italiani 2257 ; socialisti 1176; slavi 436. 6° (S. Giacomo), italiani 1141; socialisti 1435; slavi 903. Complessivamente, hanno votato 26,000 elettori su 32,000 iscritti. Nel considerare le cifre elettorali, bisogna tener conto che i 40,000 italiani del Regno residenti a Trieste non hanno diritto di voto e che gli elettori che rimangono a casa sono, probabilmente, in gran parte italiani. Malgrado tutto questo, gli slavi sarebbero in città una minoranza abbastanza poco considerevole se la politica socialista non favorisse le loro manovre. Noi possiamo considerare come sicuri soltanto quei collegi dove abbiamo sugli slavi la maggioranza assoluta, perchè non possiamo mai essere garantiti che una volta o l’altra ai loro voti non si aggiunga almeno una parte dei voti