base di irradiazione di questo sentimento patrio bisognava avere un potere politico qualsiasi ; per avere in mano le scuole bisognava avere in mano il Comune. Il partito liberale conquistò il Comune. Ma l’opera immane del risveglio dei morti continuò anche in altri campi. Furono fondati giornali che predicavano diritti italiani; furono scritti libri, che con dottrina ingenua, volevano trarre dai ricordi storici la dimostrazione che il nostro popolo non poteva essere niente altro che italiano; fu fondata una società ginnastica che doveva raccogliere i giovani ed educarne, più che il corpo, l’anima; fu fondata una società operaia che doveva radunare gli operai nel nome della democrazia per farli italiani. Gli intellettuali di tutte le professioni predicarono la patria negli uffici, ai letti degli ammalati, nelle scuole, in tribunale, sulle piazze. Un po’ alla volta la maggioranza degli avvocati fu liberale, la maggioranza dei medici fu liberale, la maggioranza dei commercianti fu liberale. Poi le maggioranze divennero totalità, nelle masse nemiche più compatte si fecero dei vuoti. Il partito austriacante, ammantandosi di un con-servativismo, che non aveva nulla di nobile da conservare, senza una fede ardente e sincera alla quale servire, cadeva sotto i colpi del nostro assalto e si sgretolava. Un po’ alla volta il popolo si convinceva di non essere austriaco, ma italiano, la coscienza nazionale brillava e ardeva, rimanevano austriacanti poche gelide — 33 — coscienze rattrappite e una plebaglia ignara e bestiale. Venne finalmente l’ora in cui Trieste potè dirsi veramente italiana. Nelle elezioni del 1897, un anno dopo Adua, quando con la quinta curia fu fatto il primo esperimento di suffragio universale, Attilio Hortis, candidato liberale nazionale, fu eletto dagli italiani con una unanimità entusiastica, nella quale si sentiva qualche cosa di più che l’impeto della lotta elettorale. La campana a stormo, dopo decenni di rintocchi flebili e fragorosi, lieti e tristi, aveva svegliato finalmente il popolo dalla sua notte ; l’alba nuova sorgeva. Ma era l’alba di una giornata forse ancora più cupamente triste. Si delineava all’orizzonte il perioolo slavo-socialista. Il popolo, che dai liberali combattenti vittoriosamente aveva sperato l’eden, lo sperò d’un tratto dai socialisti e si gettò contro il vecchio partito con il furore di un truffato, che trova finalmente un’arma per colpire il suo ingannatore; gli slavi, attratti come lupi dal oibo della città fiorente, scesfero a torme a conquistarla. Il partito liberale subì una rivoluzione completa. Prima aveva dato l’assalto al mondo conservatore austriacante. Partito liberale, aveva gridato i fiammanti ideali della nuova Europa con la coscienza di difendere l’avvenire contro il 3