di ignorare, e se io ti imporrò, in un caso particolare, di combattere la nazione italiana. E allora l’uomo isolato, non pure nei suoi interessi e nelle sue opinioni, ma addirittura nel fondamento della sua morale, si sente scosso, confuso e travolto. Perchè, se c’è in lui una forza intima e profonda che gli conferma e gli impone la sua italianità, contro di lei sta una legge sorretta da una prepotenza armata, un meccanismo politico frutto di secoli e esteso su milioni di uomini, formidabile come una fortezza di macigni, inevitabile come un rimorso, ma concreto come un’entità materiale. È lo Stato insomma, la giustizia, la polizia, i codici, le armi. Nella contraddizione chi vincerà? Il meccanismo enorme o la piccola forza tranquilla della coscienza e del sangue ? Non basta questo. Lo Stato e la Nazione avversa non assaltano di solito con violenza aperta e diretta. Se uno dicesse all’italiano: tu devi essere slavo, io te lo impongo e ti minaccio una pena se ti ribelli, la stessa contraddizione netta e brutale farebbe svegliare la coscienza e creerebbe la ribellione. Ma contro l’uomo singolo delle terre contestate non c’è la guerra come contro la Nazione. Gli si dice : manda i tuoi figli alla scuola tedesca, perchè così impareranno la lingua dello Stato e avranno notevoli vantaggi, mentre d’altro canto a casa tua, tu potrai insegnar loro liberamente la lingua tua e dei tuoi padri. E allora — 9 — l’uomo debole, che è ancora turbato dalla contraddizione fra la voce della sua coscienza e quella dello Stato, può comprendere che quella vantaggiosa speculazione che i rappresentanti del potere gli propongono, sia un tradimento ? 0 non piuttosto potrà pensare : se io mando i miei figli alla scuola straniera la mia città rimane italiana lo stesso, mentre i miei figli riescono meglio armati alla lotta per la vita? L’avversario pianta una banca e dà denaro a prestito a basso interesse. Può il piccolo uomo, confuso dalle contraddizioni del suo ambiente, sapere che in quella casa piena d’oro sta il pericolo e che non bisogna varcare mai la sua soglia ? Dove il popolo è omogeneo, lo straniero è considerato come qualche cosa di totalmente diverso e talvolta, specialmente se è il nemico, di mostruoso e di malvagio. Ma da noi, lo slavo o il tedesco vive talvolta nella nostra stessa casa, e può essere un buon uomo che vi ossequia, vi sorride e accarezza i vostri bimbi. Può sapere ognuno, che anche quello lì è un nemico che si deve odiare e combattere senza quartiere ? Dappertutto dove c’è negli altri luoghi armonia, continuità, elementi che si completano, da noi c’è la contraddizione, il problema e la tragedia. L’uomo che vuol essere integramente e sempre italiano deve sapere scoprire il valore positivo o negativo, rispetto alla sua italianità, di tutti