appendice XV. _ Documenti ài v.,ro socialismo. Nel 1906 si discuteva al Parlamento di Vienna la riforma elettorale per la introduzione del suffragio universale. Mentre il ntunoin complessivo dei deputati aumentava da 42 > a 516, nel primo progetto gli italiani diminuivano da 18 a 16. Dopo lunghe e difficili trattative i deputati riuscirono ad ottenere due altri mandati, riacquistando cioè il numero del vecchio Parlamento, mentre le altre nazionalità avevano avuto tutte un aumento di mandati. La distribuzione di questi collegi italiani era poi bestiale. Trieste con 180 mila abitanti aveva 6 collegi, mentre la parte italiana dell’Istria ne aveva solo 2, così che in Istria si aveva un collegio italiano con 85 mila abitanti e collegi slavi con 53 mila abitanti. Anche nel Fiiuli gli italiani avevano due soli collegi. Ma in Istria la nostra situazione era specialmente svantaggiosa perchè il fatto che gli slavi avevano ire mandati, mentre gli italiani ne avevano solo due, dava una consacrazione ufficiale all’idea del- - 213 — l’egemonia slava nell’Istria, propugnata dai partiti nazionalisti croato e sloveno. li’ “ Unione parlamentare italiana „ propose dunque che venisse tolto un collegio a Trieste e dato uno a Gorizia e uuo all’Istria. Così gli italiani avrebbero ottenuto un mandato di più, avrebbero avuto nelFIstria tre deputati come gli slavi e aumentato quindi il numero dei loro rappresentanti nelle provincie più minacciate. L’on. Bartoli che rappresentava la “ Unione parlamentare „ nella commissione per la riforma elettorale fu incaricato di propugnare questo emendamento con la massima energia. Non si trattava in questo caso di un interesse del partito nazionale, ma proprio di un interesse della nazionalità italiana nelle nostre provincie ; lo riconobbero perfino i socialisti istriani che appoggiarono fin da principio le proposte dell’on. Bartoli e mantennero quasi tutti il loro punto di vista, anche dopo i furori ostili dei socialisti triestini. I quali riconobbero la giustezza dei postulati italiani, ma dichiararono che si sarebbero opposti alla loro attuazione perchè la lotta per imporli al governo e ai partiti, poteva ritardare la votazione della riforma elettorale. Lavoratore, 19 giugno 1910 : “ Rispetto a tutti gli altri legittimi postulati, i socialisti devono ormai agire ed agiranno in modo che la approvazione della riforma elettorale non sia ritardata di un’ora. Se sarà neces-