— 154 - Adunque ci sono alcune organizzazioni slave alle quali sarebbe superfluo e ridicolo contrapporre altrettante simili organizzazioni italiane. Ciò non vuol dire ancora affatto che non c’è nulla da fare. Se è vero che noi non abbiamo bisogno di costituire le classi degli avvocati, dei medici, dei commercianti italiani, è vero anche che i professionisti slavi — e specialmente gli avvocati — fanno una accanita concorrenza ai colleghi italiani e che il loro numero tende sempre più ad aumentare. Il risultato di questa lotta dipende dagli italiani, perchè la gente che fa affari a Trieste o che può formare la clientela di un qualsiasi professionista — italiano o slavo — è quasi tutta italiana. Bisognerebbe dunque, che gli italiani sentissero il dovere di non alimentare la concorrenza slava e di servirsi sempre di professionisti o di uomini d’affari italiani, anche quando questo può riuscir loro meno vantaggioso. D’altro canto è innegabile che, malgrado la azione assimilatrice degli italiani, il numero degli operai slavi in città aumenta continua-mente. E alcuni operai slavi sono stati assunti anche da ditte italiane. Esse trovano una giustificazione nel fatto, che, in dati momenti, non c’erano sul mercato disponibili che operai slavi. Ma se si vuole impedire l’invasione straniera bisogna che - a costo di qualunque sacrificio - gli italiani non diano lavoro che ad operai italiani. — 155 — Concludendo, in certi lati della lotta nazionale non si può fare una questione di organizzazioni, di società, di complicati congegni di difesa. Noi abbiamo una superiorità naturalo che ci esenta dall’adoperare tutto il pesante macchinario politico ed economico che gli slavi muovono. Però tutto questo non ci esenta di avere una rigorosa disciplina nazionale, continua, oculata, satura di abnegazione patriottica. In questi campi non c’è bisogno di una organizzazione politica, ma soltanto di una organizzazione morale. II. Ho già detto che la nostra politica di difesa è gravemente ostacolata dal Governo e anche da altri enti. L’argomento discusso mi offre subito l’occasione di dare un esempio. Io dicevo dunque che la miglior cosa che ci potrebbe aiutare nella nostra politica economica, sarebbe che tutti gli italiani sentissero il dovere di essere, a Trieste, in rapporti economici soltanto con italiani. In altri termini, sarebbe necessario il boicottaggio degli slavi. Ora a Trieste nessun partito e nessuna persona ha mai potuto dire apertamente questa semplice verità, nè fare una qualsiasi propaganda per la sua applicazione. Il Governo processerebbe il propagandista e impedirebbe la propaganda, qualificandola come delittuosa. Se il boicottaggio poi apertamente avvenisse, chi reagirebbe nel modo più pericoloso contro di noi, non sarebbero gli slavi, ma il Governo. Un altro ostacolo