— 226 — lavoro internazionali. E ci si è riusciti. Ma le spese di questo bel successo dovrebbero pagarle i lavoratori; e questi — speriamo — non ne vorranno sapere. E allora l’unico rimedio possibile immodiatamente è questo: Si dia lavoro nel porto nuovo anzitutto ai lavoratori qualificati, senza badare se siano ifaliani o sloveni, senza preoccupazione delle loro idee e simpatie politiche „. Dunque non solo gli italiani, anzi i regnicoli del Lavoratore non avevano alcuna preferenza per gli italiani, ma accettavano senza protesta l’arbitrario intervento del Governo e della polizia e consentivano che tutti i regolamenti a tutela dei lavoratori venissero violati a favore degli sloveni i quali, qualificati o meno, potevano andare e venire quando volevano, mentre gli italiani erano soggetti a ogni sorta di controlli e di restrizioni vessatorie. E se i regnicoli del Lavoratore ammettevano come lecita l’iscrizione nelle liste di quelli dei 64 braccianti slavi non iscritti a tempo, che avevano le qualifiche necessarie, perchè non domandavano l’iscrizione degli 85 italiani che s’erano presentati a tempo ed erano stati respinti, quantunque qualificatissimi? Misteri del-internazionalismo antiitaliano ! Pero, sfogliando la collezione del Lavoratore, si trovano cose ancora più edificanti. Il Lavoratore del 12 marzo 1910 contiene le relazioni di due comizi tenuti per la questione. — 227 — Nel comizio dell’otto marzo un rappresentante dei braccianti del porto dichiara “ che i braccianti hanno deciso lo sciopero qualora venga assunto al lavoro, cioè compreso nelle liste, anohe uno solo dei 64 braccianti sloveni ultimi iscritti. “ Gli si risponde, che i socialisti non intendono prestarsi ad una lotta nazionalistica; che essi non ripeteranno mai il grido: fuori gli slavi! Nel comizio del 10 marzo 1910 il bracciante Petris dice d’esser intervenuto al comizio assieme a altri due consenzienti “ per domandare se l’assemblea è favorevole o contraria agli sloveni. “ Todeschini risponde : La domanda è equivoca (?!) ma la risposta sara chiara (!!) : Noi siamo per la difesa dei lavoratori senza distinzione di nazionalità. Difendiamo i lavoratori italiani e sloveni sfruttati dai capitalisti italiani e sloveni „. In quel caso i capitalisti non ci entravano per niente; bisognava difendere invece i lavoratori italiani contro la concorrenza degli slavi, e i socialisti li hanno perfettamente traditi. Lo sciopero di solidarietà non fu fatto; i braccianti non furono aiutati in nessun modo. Essi sarebbero stati costretti a capitolare e a tollerare la concorrenza affamatrice non solo dei 64 sloveni ma di quanti altri sarebbe piaciuto imporne a S. E. il principe Hohenlohe, se non fossero intervenuti i deputati liberali e