796 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO emisferi, di tutte le donne che hanno letto « Il Piacere » ed il «Trionfo della Morte » (i), degli esteti e dei milionari del globo, nel momento in cui fossero stati ammessi dal Poeta a penetrare nella stanza ove prendeva le sue innumerevoli abluzioni lo scialaquatore di milioni, il conquistatore di città e di femmine di eccezione, il più raffinato artista del secolo attuale e del precedente, giacché son certo che, nell’ipotesi più modesta, il minimo che essi avrebbero potuto supporre, sarebbe stata una piscina in marmi policromi circondata da colonnati e da tepidari, illuminata da grandi vetrate a colori. E sono pure certo che, dinnanzi alla realtà, non avrebbero creduto ai loro occhi e si sarebbero guardati intorno stupiti e spauriti come al cospetto di un anacronismo senza nome. Infatti il bagno di Gabriele d’Annunzio al Vittoriale, « il mio bagno blu », come lo chiama nel « Libro Segreto », salvo qualche dozzina di antiche piastrelle persiane autentiche, inquadrate in cornici di legno nero, appese al muro, non per rivestimento, ma a titolo unicamente ornamentale (2), è la sala da bagno di un piccolo albergo pulito e modesto, di una città di provincia, né più, né meno, fornito di una vasca (neppure questa in marmo) (3) di dimensioni ridotte, e di qualche altro indispensabile accessorio infisso al suolo, del quale taccio il nome per non scandalizzare i miei lettori britannici. (1) Per esse nella camera da bagno del Poeta v’è un accenno pili volte ripetuto e non molto lusinghiero: « Ottiina è l’acqua, trista è la donna *. La prima parte del detto è di Pindaro, la seconda di d’Annunzio. Si vede che Pindaro aveva meno ragioni di risentimento verso le donne. (2) Già trentasei anni prima a Roma, l’amore del Poeta per le maioliche persiane aveva avuto occasione di manifestarsi. Egli infatti scriveva nel 1884: « Ho trovato oggi in via Condotti un buon piatto di Rodi, a foglie verdi e fiori "marrons” su fondo bianco lucido; ed ho trovato un pezzo rettangolare di maiolica persiana rappresentante un cavaliere che regge sul pugno un falcone, in un paesaggio rude. Questo pezzo rettangolare starà bene in una gran cornice nera, profonda, di quelle "a sbalzo” ». (3) La vasca in ceramica bianca comune è stata, nel 1935, sostituita da una vasca in ceramica « bleu-pavone ». E cosi pure il piccolo lavabo. I due oggetti furono fabbricati, su ordinazione sua, in Germania.