238 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO giormente ai cani da corsa ed alle corse di cani. Divenne anche uno dei membri più autorevoli del « Greyhound Club de France ». Era anche divenuto l’amico intimo del Duca di Leeds, notissimo allevatore inglese di cani, il quale lo invitò a recarsi in Inghilterra per assistere alla celebre « Waterloo Cup », che si corre ogni anno presso Liverpool nella pianura di Altcar e che costituisce una specie di « Derby » fra le corse di levrieri. D’Annunzio vi andò insieme ad una comitiva di francesi appassionati per quello sport. La gara (tre giornate di scommesse deliranti e di alternative appassionanti per i proprietari) si svolge all’aperto sulla prateria, con qualunque tempo. Corrono non solo cani, ma fiumi di champagne, di whisky e di cocktails. I « bookmakers » sono assediati dalla folla eccitante degli amatori. D’Annunzio, che in quell’occasione fu popolarissimo fra gli inglesi sportivi, si rammaricava di non poter far correre nella « Waterloo Cup » i suoi cani che aveva in Francia. Si sfogò con una redattrice del « Daily Mail » che lo intervistò: « Non posso far correre i miei levrieri, perché le vostre barbare leggi proibiscono l'introduzione dei cani stranieri in Inghilterra. Ma ho acquistato dal Colonnello Legh a Warrington un levriero inglese e lo farò correre Vanno venturo. Si chiama « High Legh Panther » e lo descriverò nelle “ Vite di cani illustri” che sto scrivendo. « Tutta la mia vita ha avuto qualche cosa di comune con quella dei cani. Io li immagino come dei genii benigni; hanno il senso del sovrannaturale, che si rivela a volte nella loro agitazione repentina. Ho tanto vissuto con loro che quasi li comprendo e quasi essi mi parlano » (i). Al giorno d’oggi queste corse di cani son venute alla moda anche in Italia ma al posto delle lepri autentiche, nei Cinedromi, fanno bella mostra di sé delle prosaiche (i) « Daily Mail », 6 febbraio 1914.