722 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO larli. La novella, per una di quelle improvvise e impetuose germinazioni non rare nella storia del mio spirito (cosi nacque anche “L’Innocente”) la novella si è allargata ed è divenuta, nei suoi lineamenti, un romanzo ». Ma io non vidi mai, né « Amaranta », né « Madre folle », né il famoso terzo romanzo (i) ! Quando gli rimproverai, scherzando, dopo circa tren-t’anni, questi infami tradimenti, mi rispose ridendo: « Qjii nescit simulare, nescit regnare! » Una sera del gennaio 1912, ad Arcachon, mentre d’An-nunzio stava rinchiuso nel suo studio a lavorare, si presentò al cancello della sua villa un lungo allampanato signore, tutto vestito di nero. Richiesto dal cameriere chi fosse e che cosa desiderasse, rispose: « Sono l’editore Sommaruga e vorrei vedere Gabriele d’Annunzio ». Lo ricevetti io e annunciai qualche istante dopo, al Poeta, l’inaspettata visita. «Sommaruga? » fece d’Annunzio «ma, santo Cielo, i vivo ancora? » (Una delle singolarità di d’Annunzio, è di credere morte tutte le persone che non vede da più di un anno). « Vivo ed in ottima salute », gli risposi. D’Annunzio scese ad incontrarlo. Lo abbracciò affettuosamente e gli chiese che cosa desiderasse. Sommaruga esitò un poco, poi disse: « Sono venuto per una proposta semi-editoriale ». « Come sarebbe a dire?» chiese d’Annunzio interessato. « Il Governo di Giolitti » prosegui Sommaruga, « ha vietato la pubblicazione di alcune terzine della tua Canzo- (1) Durante i due anni in cui fui suo editore, io non fed che la ristampa di un antico suo volume di versi e ne ebbi, è vero, un meritato compenso nella frase che egli mi scrisse, quando gli inviai il volume: « Congratulazioni mie vivissime e di Donna A., per la magnifica edizione delle “ Elegie ”, che ricevo in questo momento. Bravo Tom! »