6l6 VITA SEGRETA DI GABRIELE D'ANNUNZIO creata dalla fantasia del Poeta, aveva attraversato ogni sorta di grandi e piccoli dolori, di angustie, di preoccupazioni e di avversità. E non solo le aveva virilmente e silenziosamente accettate come un destino della sorte, ma aveva lottato fino all’ultimo in difesa della sua prole e del suo focolare, le sole cose al mondo che avessero valore per lei. Alla fantastica ascesa del figlio verso la gloria, Luisa de Benedictis non si stupì. L’aveva preveduta e fermamente creduta sempre, tanto la sua fede nel figliolo prodigo era grande e cieca sin dall’infanzia di lui. Ma orgogliosa e quasi selvaggia per natura sua, schiva di lodi e di facili onori, ripugnante a tutte quelle piccole soddisfazioni di amor proprio di cui spessissimo gli amori materni sono materiati, aveva sempre serbato per sé, nel fondo del suo cuore, senza rivelarla ad alcuno, l’immensa gioia del trionfo del suo prediletto. Dei volumi che il figlio le inviava, essa non leggeva che la dedica; poi gelosamente li riponeva coi telegrammi e le lettere (i). Nelle sue mani essa non teneva e non scorreva che il suo libro di preghiere. Troppe voci le erano pervenute degli attacchi violenti e degli entusiastici « osanna » che le opere del figlio avevano provocato da parte delle folle, al loro apparire; essa non voleva e non si sentiva forse il diritto di giudicarlo; per essa i volumi non erano che le corone d’alloro che egli aveva saputo conquistare... Su di lui e sulle sue fortune, ella vegliò sempre in silenzio, stese la mano vigile e la protezione del suo inestinguibile amore. Egli lo comprese e cantò: « Gloria al tuo capo o Madre - Sii tu testimone sublime - Di mia verità sotto il cielo - 0 Solitaria - 0 Dolorosa - 0 Paziente - Non (i) Terminato 1’« Innocente», d’Annunzio le telegrafò: « Stanotte ho finito il mio movo lavoro, e penso a te con tutta l’anima. Grazie d’avermi fatto cosi forte e cosi coraggioso. Sta tranquilla ».