62 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO di farseli incidere su oggetti personali, come farebbero cento altri. (Se v’è qualche eccezione in questo senso al Vitto-riale, potete esser sicuri che si tratta di oggetti che gli furono regalati). Ai gradi militari sembra che non tenga affatto. Poi quando il Governo di Mussolini lo nomina Generale di Brigata, ne è tanto intimamente soddisfatto che si fa ricamare subito sulle divise il grado di... Generale di Divisione! A lui questi « moti propri » sono concessi. Chi, infatti, potrebbe pensare a fargli delle osservazioni, e quale autentico Generale di Divisione oserebbe mettere agli arresti o denunciare per porto abusivo di grado, il Principe di Montenevoso? Si è mai adontato Napoleone per le uniformi di fantasia di suo cognato Gioacchino Murat? D’essere coraggiosissimo lo ha mostrato cento volte e non solo in guerra con le sue azioni eroiche; anche dopo; per esempio a Fiume, dove, ripetendo il gesto di Bonaparte a Giaffa, si recò a visitare gli appestati e non solo li consolò a parole, ma toccò i loro bubboni per mostrar loro che la loro vita non era in pericolo, sormontando il suo invincibile ribrezzo fìsico per tutte le cose ripugnanti. È invece vile, nel senso s’intende comico della parola, davanti alle piccole miserie e difficoltà della vita quotidiana. Racconterò altrove come il solo pensiero ossessionante dei bauli gli impedisca viaggi interessantissimi, e come, pur di non mettersi in viaggio, egli rinunci alla possibilità di dare ad una persona a lui carissima e lontana una prova di affetto. Tutte le piccole noie gli fanno orrore. Non parliamo poi delle grandi! Mentre talvolta è paziente fino al martirio nel subirle (poiché in tal caso si tratta di un atto passivo) è assolutamente incapace di affrontarle nel senso attivo. Quando abitavamo ad Arcachon, avendo deciso di licenziare un umile palafreniere, non solo non si senti di