I.’INSEPARABILE COMPAGNA 91 tentò di porre intralci illegali alla vendita. Tanto che, nel I1922 (10 febbraio) il Poeta mi scriveva: ! Ieri giovedì dovevo finalmente, come ti dissi, compire il contratto per i mobili della casa; ma giunse una nuova prova degli intrighi della “seconda moglieSi pretendeva di porre nel contratto una riserva per oggetti “non specificati”. « La riserva, insidiosa, infirma la validità della vendita. Ier-tera ho dovuto far partire subito un messo perché sia tolta la riserva. Non si sa mai quali porcherie possano essere congegnate da un cambiamento di Ministero » (1). Finalmente, se Dio vuole, anche questa diceria si placa viene messa nel dimenticatoio. D’Annunzio riprende la tua vita di artista e di letterato, che la guerra aveva interrotta. Scrive, medita, non esce quasi mai. Rari visitatori fo avvicinano. Egli li riceve amabilmente, come sempre; mostra loro la villa, li invita a colazione o a pranzo a seconda dei casi. Il più delle volte indossa una veste da camera tagliata a 10’ di tonaca. Non bisogna dimenticare che tra le sue mane, come si vedrà, egli ha sempre avuta quella francescana. « Vedete? » dice scherzando : « mi sono tramutato in un asceta perfetto : digiuno, faccio una vita di solitudine e di macerazione : fono servito da “clarisse”... » Gli ospiti, almeno quelli che non sono totalmente imbecilli, sorridono e si divertono di queste innocenti invenzioni. Ma non cosi la Leggenda che origlia sempre dietro pi usci e che ha inteso quelle strane parole: asceta... “cla-lisse”... macerazione. Si frega le mani e lancia immedia-«amente ai quattro venti la nuova diceria: «D’Annunzio è ormai definitivamente impazzito: si è atto frate: si aggira per la casa fustigandosi come buonanima Enrico III di Francia e s’impone privazioni di ogni srta. Non ha però rinunciato alle donne: ergo, essendo (i) Il Ministero allora al potere era quello presieduto dall’on.Facta.