6g8 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO mente le redazioni dei giornali per essere ad ogni istante al corrente degli avvenimenti. Ma quando il suo angoscioso interessamento per le vicende francesi raggiunse il culmine, fu alla fine della guerra, allorché sembrò per un istante che Parigi, salvata già una volta dal «miracolo della Marna»(i), fosse nuovamente e più gravemente minacciata. Mai infatti, fuorché nei giorni che seguirono Caporetto, vidi d’Annunzio tanto ansioso e turbato. Era il momento della disastrosa battaglia dello Chemin des Dames. Mi scriveva: « Non ti so dire la mia commozione e la mia ammirazione per lo spettacolo che dà la Francia disperata. Da due notti non riesco a dormire. Né ieri né oggi ho potuto mangiare; l'angoscia mi serra il respiro... Ho tanta voglia di venire in Francia e di comandare un’azione dei miei Caproni. Chi sa? » La lettera porta la data 3 giugno 1918, quando cioè i tedeschi avevano raggiunto nella loro avanzata la foresta di Villers-Cotterét (2). D’altra parte la sua schietta francofilia, della quale talvolta fu accusato in Italia come di una debolezza, non gli impedì di riconoscere i torti degli uomini di Governo francesi verso il nostro paese e specialmente di quel dottor Clemenceau (cosi lo chiamò sempre d’Annunzio) che più tardi, a proposito di Fiume, durante le sedute della Conferenza della Pace, doveva pronunziare la poco felice frase che il Poeta non gli perdonò mai: « Fiume, c’est la lune! » (1) D’Annunzio rivendicò la priorità di questo appellativo. Esso apparve infatti per la prima volta in un suo articolo francese del settembre 1914. (2) Non fu che assai pili tardi, nel settembre dello stesso anno, che egli potè attuare il suo desiderio, recandosi in volo al fronte francese. Infatti, in data 20 settembre 1918, egli mi scrisse a Parigi: « Se il tempo non mi avversa, passerò sopra Parigi tra mezzogiorno e mezzogiorno e mezzo. Conto di fare il percorso Venezia-Épernay in circa 7 ore. Volando su Parigi lcalcerò un messaggio chiuso nel solito sacchetto. t Spero che sia raccolto; ne lancerò tre ».