550 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO « Mio Generale, Generale Badoglio, io confido che in codesti ambigui colloqui lacustri Ella vorrà opporsi con la Sua vigoria consueta all'errore irreparabile. « Il Suo sempre devoto « Gabriele d’Annunzio. «Fiume d'Italia, 8 maggio ig20. » Un altro gesto che, se non fu ordinato personalmente da d’Annunzio, rappresenta certo una interpretazione discutibile ma sincerissima dello stato d’animo della città di Fiume e del suo Comandante verso l’imbelle e pavido Governo che imperava allora in Italia, fu quello, di pura tradizione cambronnesca, compiuto in quell’epoca da un altro aviatore fiumano, l’eroico Guido Keller. L’aviatore, partito da Fiume, sorvolò il Palazzo del Parlamento in Roma e vi lasciò cader sopra un vaso da notte in ferro smaltato colmo di carote, evidente e discreta allusione all’aula parlamentare e agli onorevoli membri che essa ospitava. Vi sarebbe anche da parlare delle « Tavole della Reggenza del Carnaro » che rappresentarono una vera e propria Costituzione redatta dal Comandante per il nuovo Stato e promulgata il 12 settembre del 1920, anniversario della sua entrata in Fiume. Ma l’analisi e lo studio di questo originalissimo Statuto oltreché uscire dalle mie competenze non riguarda lo studio che mi sono proposto con questo volume, poiché mi sembra appartenere assai più alla categoria di quei sogni utopistici che in epoche diverse perseguirono altissimi intelletti che si chiamarono Tomaso Campanella, Tommaso Moore e Saint-Simon, piuttosto che a quella di vere ed applicabili carte statutarie. A mio umile parere, lo Statuto del Carnaro si differenzia