442 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO È difficile che una donna giovane e veramente incapricciata sappia nascondere in modo assoluto i propri sentimenti. Il marito gelosissimo, uno di quei mariti scioccamente tiranni che, per conto loro, pretendono di essere liberi di tutto fare, e che non tollerano il minimo « flirt» della loro sfortunata consorte, era stato, fino al giorno delPapparire di d’Annunzio sull’orizzonte parigino, tanto sicuro dell’assoluta onestà della giovane moglie, che aveva l’abitudine di vantarsene pubblicamente, come (con minor buon gusto) si vantava del contrario per quel che lo riguardava. Cosicché nell’ambiente frivolo e corrotto del « Tout Paris », quando s’intuì la verità della relazione della bella donna col grande Poeta vi fu una esplosione generale e irrefrenabile di gioia. « Il est cocu! » gridò ai suoi amici con giubilo uno dei « cercleux » pili noti di Parigi, entrando nella sala principale d’uno dei clubs più aristocratici della metropoli. E tutti applaudirono come all’annuncio di una vittoria, perché tutti, o quasi, avevano compreso di chi si trattava. « Viva d’Annunzio ! » risposero in coro. Eppure questo amore di d’Annunzio non doveva durare che « ce que durent les roses ». D’Annunzio, cosi come s’era infiammato, si disinfiammò. Le ultime lettere della giovine amante disperata (la « Piccola », come la chiamò sempre lui) lo seguirono nelle Lande, ma non furono nemmeno più aperte. Inutilmente scriveva: « Questa notte il pensare che tu eri partito, sempre più lontano da me, mi dava un’angoscia orribile; tutto l’essere mio voleva seguirti e non potevo più rimanere nella mia stanza. Allora mi sono avvolta in un mantello e piano piano sono uscita nel giardino... ecc. ecc. ». Ma il Poeta sapeva benissimo la ragione per cui non le scriveva più. Il suo pensiero e il suo desiderio erano già altrove.