INVENZIONI, MANIE E SUPERSTIZIONI 313 Dedicando, più tardi, questa sua fotografia a mia madre, egli non mancò infatti di accennare al misterioso gesto, con la dedica: «Alla Mamma di Tom, questa immagine misteriosa. Gabriele d’Annunzio ». Crede ai presagi ed è convinto di possedere qualità profetiche. Non so fino a che punto ciò sia vero. Ma certo, i fatti spesso gli hanno dato ragione. Nel 1888 egli pubblicò un opuscolo dal titolo « L’Armata d’Italia », nel quale, parlando del còmpito che in una guerra futura sarebbe stato affidato ai marinai delle torpediniere, scrive: « S’avvicineranno essi alla gran nave nemica sotto la grandine incessante delle mitragliatrici e dei cannoni a tiro continuo, capaci di dare più che seicento colpi al minuto, con incredibile sicurezza. S’avvicineranno a quattrocento metri: a men di quattrocento se sarà possibile. Lanceranno il primo siluro; lanceranno il secondo. E nessuna gioia umana eguaglierà la loro, se potranno vedere la mostruosa corazzata nemica inclinarsi in sul fianco, volgere al cielo le inutili bocche dei suoi cannoni da cento, e rapidamente scomparire, con le sue torri e con le sue batterìe, in un gorgo smisurato! » Queste parole (bisogna pur riconoscerlo, anche se si è per natura scettici) sono veramente profetiche, perché descrivono con trenta anni di anticipo nei suoi più minuti ed esatti particolari, l’affondamento della corazzata austriaca « Santo Stefano », avvenuto nell’Adriatico per opera del « Mas » del Comandante Rizzo. A Fiume, in presenza mia e di altri, d’Annunzio proferì queste parole che in quel momento ci sembrarono oscure: « Non datevi pena per l’ostilità di quel cialtrone di Wilson. Ho sognato stanotte che stava mangiandosi il cervello ». Non solo: qualche tempo dopo, in una sua lettera a me diretta da Fiume, si mostra anche più esplicito : « Se Wilson diventasse pazzo, quale nemesi! » In quel momento Wilson stava benone e nessuno avrebbe potuto prevedere la sua tragica fine.