320 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO da lui sempre chiamato in vita ed in morte: « Fra Ginepro ». Chiama: « Città di Benaco », il paese di Gardone Riviera e vorrebbe che il nuovo nome fosse accettato dallo Stato. E cosi via... E veniamo ai suoi pseudonimi personali. Non intendo parlare di quelli letterari, dei quali il primissimo, a 16 anni, fu «Albo Laerzio Floro », che ebbero fine con la cessazione della sua attività giornalistica e che da allora egli non usò più. I pseudonimi da lui assunti in gioventù (cioè nel periodo che va dal 1883 al 1886) sono numerosissimi e conosciuti: Duca Minimo, Myr, Marchese di Caulonia, Filippo da Selvi, Mab, Svelt, Puck, Lola Biscuit, Vere de Vere, Happemouche, Shiun Sui, Katzu Kava, Miching Mallecho. Ignoti o quasi, sono invece quelli ch’egli adottò talvolta nella vita privata e che gli servirono a nascondere, quando gli faceva comodo, la propria personalità. Nella scelta di questi ultimi, il Poeta, con la consueta sua sagacia, cercò sempre delle iniziali uguali alle sue vere, per evitare discordanze colle iniziali già esistenti sui bauli, sulle valigie e sulla sua biancheria personale. In Francia, dove per alcun tempo desiderò essere ignorato dai seccatori e più ancora dai creditori, adottò tre successivi nomi: Guy d’Arbes, Guy d’Ardre (1) e Gérard d’Agaune (2). E (per rimontare molto più addietro), sin dal 1908, aveva assunto il nome di Gentile d’Alberga in occasione di una sua breve * retraite » nell’Abbazia di Montecassino. I frati credettero che egli si fosse rinchiuso a meditare (1) Un giorno, nel 1929, quando gli rammentai non so in quale occasione questo pseudonimo mi disse: « Si direbbe che già fin dal ign, fossi presago della battaglia delVArdre dove gli italiani durante l'ultimo periodo della guerra si coprirono di gloria nella difesa di Reims ». (2) Si è anche spessissimo autobattezzato con lo pseudonimo Sliel-leyano di Ariel, che usa specialmente come firma per i telegrammi, -con altri nomignoli convenzionali che vedremo altrove.