D’ANNUNZIO ASSISTE ALL’INIZIO DELLA GUERRA 467 lamento. Una guglia è mozza... », cosi scrive invece nella « Leda senza cigno », come se il fatto fosse avvenuto sotto i suoi occhi: « Dal ciglione della via ingombra di carri carichi di feriti esposti al fuoco delle batterie avverse, abbracciai con un atto d'amore la città di Clodoveo non visibile se non per le punte delle sue guglie. Erano le guglie di San Giovanni della Vigna. Superavano il colle che nascondeva le mura. Parevano i culmini sensibili della città nascosta... Credevo di vederle vacillare a ogni rimbombo... « Un abbaglio improvviso turbò i miei occhi... Il respiro della città profonda s'arrestò... Un silenzio umano si fece intorno, si fece in tutte le cose, come quando la moltitudine raccolta nella piazza si tace per udire il capo dell’innocente rotolar dal palco nel paniere del carnefice. « Una delle due guglie appariva mozza. La città non levava al cielo se non un braccio e un moncherino » (i). Dalla fine di settembre del 1914 sino al febbraio del 1915 l’esistenza di Gabriele d’Annunzio a Parigi rispecchiò quella forma di adattamento passivo comune alla vita di tutti i « civili » di quel tempo. Allo scoramento per il mancato intervento dell’Italia era succeduta in lui una pausa di relativa calma e, con la calma, l’inevitabile ripresa della sua vita abituale d’uomo e d’artista. Scriveva, raccoglieva note, riceveva gente, ascoltava e (1) Ho citato il fatto sol perché interessante dal punto di vista della genesi delle creazioni letterarie di d’Annunzio. È evidente che un grande artista ha il diritto di comporre e di adattare i suoi paesaggi ed i suoi sfondi. D’Annunzio, non è che mentisca quando afferma di aver visto crollare le guglie del campanile di Soissons, come non mentivano i grandi pittori del Rinascimento quando accomodavano o modificavano gli sfondi delle loro tele immortali, né quando la realtà di paesaggi esistenti era da loro arbitrariamente mutata. Con molta esattezza, non so più chi ha scritto di d’Annunzio: « Egli sogna dopo aver vissuto, al contrario di tanti altri che sognano senza o prima d’aver vissuto ».