l’uomo fisico 33 voluto inamidate) per frac e per smoking, porta due piccole perle, una bianca ed una nera, perfette di forma e di colore. Incaricato da lui, glie le comperai io stesso un giorno da Tecla, e, benché false, gli piacquero sempre (i). Se aggiungiamo qualche portasigarette d’oro, qualche paio di bottoni da polsini ed un « nécessaire » da toeletta i cui numerosi pezzi sono tutti d’avorio con cifra in oro, potremo dire di aver enumerato tutti gli oggetti di valore che Gabriele d’Annunzio possiede, e di cui si serve abitualmente. I pezzi del « nécessaire », li ha sempre con sé quando viaggia, e, in qualunque stanza egli si trovi ad alloggiare, anche per un’ora, vengono da lui regolarmente tolti dalla valigetta e disposti in bell’ordine su di un tavolo della stanza da letto, preventivamente coperto da un damasco verde che egli usa portare sempre nel suo bagaglio. Questo del damasco, è il secondo gesto rituale che egli compie prendendo possesso di una stanza; il primo è scoprire il letto e vedere in che stato e di che qualità è la biancheria. Gabriele d’Annunzio si taglia i baffi e la barba da solo, usando alternativamente una quantità di piccole e grandi forbici; si fa tagliare i capelli dal parrucchiere ogni due settimane circa, lavoro che si riduce ad accorciare di qualche millimetro quel semicerchio di capelli che egli possiede ancora fra un orecchio e l’altro, a due centimetri dal collo propriamente detto. II suo celebre attendente Italo Rossignoli, aveva l’abitudine, a Fiume, di raccogliere i pochi capelli tagliati, con la stessa religione con cui la moglie di lord Beaconsfield raccoglieva le unghie tagliate e i capelli dell’illustre marito. (i) Costarono 400 franchi. È il solo caso di economia che ho potuto riscontrare durante tutta la sua vita. 3-