754 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO con me?” — “Dove?” — “A Fiume” — “Pronti” rispondo io. — “Ti raccomando il silenzio con tutti: prepara tutto.” — “Per quanto?” — “Per sempre”. «La cameriera francese mi chiede: “Dove andate?” — “Non so”, rispondo io: “Col Comandante non si sa mai!” « Il motoscafo del Comando in capo di Venezia arriva alle due e dieci del pomeriggio. Si parte per San Giuliano, il Comandante, io, e quattro amici in borghese. « Arriviamo in automobile a Ronchi alle sei del pomeriggio. Nascondiamo d’Annunzio in una casa diroccata. — A Ronchi c’era già mezzo battaglione di granatieri. — I loro capi erano sette ufficiali giurati. — Vengono incontro al Comandante. — “Siamo pronti”. — Colloquio con d’Annunzio. — Era ormai notte. Io attendevo fuori. « Gli ufficiali conducono il Comandante a riposare in un’altra casa. — Non c’era che un letto fatto di quattro tavole. Dormi sul pagliericcio; prese un caffè-latte da un “thermos”. Una donna gli offri dell’uva. Non ne mangiò. « Alle dieci e mezzo della mattina seguente arriva un tenente dei sette: Frassetto. Dice: “Tutto è pronto. A mezzanotte avremo i camions”. “Posso essere sicuro?” chiede d’Annunzio. — “Si” risponde il tenente. « Alle dodici e mezzo picchiano alla porta della casa. Entra Reina, anche lui uno dei sette. Dice: “Siamo traditi” — “Perché?” chiede d’Annunzio. — “Un capitano di Palmanova ci ha traditi” risponde Reina. « “Non importa, io partirò lo stesso, con un camion.” « Reina soggiunge che c’è ancora un po’ di speranza perché Keller è partito con alcuni arditi e forse riuscirà ad accomodare le cose. « D’Annunzio si alza e va in un’altra casa di Ronchi. — Si presenta un altro capitano dei granatieri. Vede una macchina fuori della casa. Mi chiede bruscamente: “Chi avete portato con questa macchina?” — “Un signore.” — “Chi è questo signore?” “Non lo conosco.” — Chi vi ha inviato?” “Un comando.”