— 66 — intensa c serrata. E la gente allogena non vuole del resto avventure: domanda solo lavoro tranquillo c pane: conosce ormai la miseria c il disordine d’oltrc confine c si fa sempre più ostile ai loro emissari. Non per questo si può dire che il confine italiano sia stato risparmiato dal sangue c dalle brutali violenze del terrorismo serbo. L’elenco dei misfatti sofferti è lungo e significativo e si ferma solo sulla soglia dell’ultimo anno. Questi misfatti si possono ripartire in tre grandi gruppi associati : attentati contro le scuole e gli istituti italiani: rapine per far denaro; aggressioni e assassini di italiani e di allogeni ritenuti fra i più fedeli al Regime italiano. Ma il loro scopo e comune: tentare di mantenere nella Venezia Giulia uno stdto permanente di inquietudine, deprimere lo spirito della gente allogena con la minaccia e la vendetta, disturbare l’opera tranquilla dell’autorità italiana che dà scuole, strade, lavoro, pace a tutte le sue popolazioni. 11 soldo dei rapinatori Troviamo dunque in azione, sui confini, gli agenti di tutte le organizzazioni serbe di guerra delle quali abbiamo già parlato. Essi ispirano e preparano i delitti, componendo per ogni impresa le bande necessarie. Si è scoperta, per esempio, tempo fa nella Venezia Giulia una squadra speciale costituita per fare giustizia sommaria di allogeni fedeli all’Italia, esercitare lo spionaggio rrr conto dello Stato Maggiore serbo e compiere rapine per aver denaro. Del denaro rapinato il quattro per cento era assegnato agli autori del misfatto e il resto andava nelle casse ideila squadra. 11 gruppo era diretto da un orjttnascìo conosciuto solo da tre membri. Gli associati erano impegnati con il giuramento a non palesare ad alcuno i loro piani di azione. Trovandosi in territorio italiano, in pericolo di cadere nelle mani della Polizia, dovevano uccidersi per non essere costretti a qualche rivelazione.