d’annunzio e i suoi collaboratori 479 Boulenger che musicarono «La Ville Morte», ecc. ecc...; poiché, in questi casi non si trattò mai di vere collaborazioni ma piuttosto delle inspirazioni solitarie di compositori, provocate dalla lettura di opere del Poeta. La collaborazione con Paolo Tosti, che si limitò ad alcune brevi composizioni musicali su versi giovanili di d’Annunzio che rimontano al 1880 (fra le quali « ’A vucchella », un’arietta di Posillipo, è la più nota), ebbe origini più amicali che artistiche. Tosti abitava allora Roma e vedeva spesso il giovine d’Annunzio, al quale, come racconto altrove, era unito da una fervida amicizia che non si smentì mai per quarantanni, e possedeva nella Città Eterna un’elegante «garçonnière » della quale quel focoso e avventuroso Don Giovanni che era allora d’Annunzio approfittava sovente per le sue innumerevoli tresche mondane, dato che i suoi deboli mezzi non gli permettevano di offrirsi un alloggio che fosse all’altezza delle situazioni. Il quartierino era colmo di ninnoli di ogni genere e d’ogni epoca, come esigeva la tradizione delle « garçonnières » e specialmente di quella di un giovane mondano che doveva offrire alle belle esitanti il pretesto di una innocente visita alla classica « collezione ». Un bel giorno Tosti, che aveva strappato a d’Annunzio già celebre, e il cui nome correva su tutte le bocche, specialmente su quelle femminili, la promessa di alcuni versi inediti, e che si impazientiva aspettandoli invano, invitò a casa sua il Poeta con un pretesto qualunque. Appena d’Annunzio ebbe varcata la soglia, Tosti usci, chiuse l’appartamento a chiave e, attraverso il buco della serratura, dichiarò freddamente all’amico che non gli avrebbe ridata la libertà fino a quando egli non avesse fatto passare sotto la porta un sonetto inedito di carattere amoroso. D’Annunzio pregò, promise, giurò, supplicò, minacciò di fracassare tutto; non ottenne pietà. Tosti dignitosa-