SPLENDORI E MISERIE DEGLI EDITORI 717 gli aveva preparata e inviata a firmare una ricevutina per un milione di lire, versategli un quattr’ore prima. Eccola: « Non ho potuto firmare la ricevuta, che, in carta bollata, è tanto barbarica e tanto ambigua. « Rimandamela. Ecco tre lire per aver profanato il bollo con tanta insolenza. - Gabriele d’Annunzio » (1). Come si vede, neppure il grazioso versamento di un milione ottenebrava il buon gusto del Poeta, né gli toglieva quel divino umorismo che, lo ha sempre sorretto durante tutta la sua miracolosa esistenza. Non sarebbe mio compito trattare delle opere che d’An-nunzio immaginò, promise, e non si sognò mai di scrivere né di consegnare ai suoi editori. I suoi progetti, rimasti allo stato di... progetti, si perdono nella notte dei tempi. Tanto che possiamo registrare, come primo esempio, il caso d’una lettera del Poeta alla madre, scritta nientemeno che quando egli aveva 14 anni! Il fatale vizio comincia a manifestarsi. Uditelo: « Ho ideato diversi lavori da farsi nelle vacanze. Tra i quali un libro in cui scriverò tutte le mie impressioni e farò dei bozzetti. Voglio anche tradurre le “Metamorfosi” di Ovidio. » Poco su poco giù, le stesse parole doveva ancora ripetere a settantanni ai suoi editori! Ma poiché, a mio avviso, le opere promesse e mai scritte appartengono assai più alla sua qualità di insuperabile sognatore che non alle sue qualità letterarie, non voglio privare il lettore della loro, sia pure incompleta, enumerazione. Troviamo anzitutto quattro trilogie e quattro cicli in- (1) L’editore Mondadori fece incorniciare questo curioso documento assieme alle storiche tre lire.