l’inseparabile compagna 79 sempre in perlustrazione, data la vicinanza di una dimora reale, ed hanno per abitudine il naso più lungo del moschetto. Ma è cosi perché deve essere cosi. Se no, a che servirebbe chiamarsi Gabriele d’Annunzio, a un uomo che vivesse come tutti gli altri? Nasce pure in quell’epoca e s’ingigantisce la leggenda Delguzzo, destinata a perseguitare letteralmente il povero Poeta almeno per quattro anni. Queste volta la Leggenda è di carattere squisitamente finanziario. Sfrondata da tutte le cretinaggini ed i particolari più o meno veri e succosi che lo stesso Delguzzo raccolse in un suo volume, con la vendita del quale si rifece ad usura del denaro anticipato al Poeta, la leggenda in questione può essere cosi riassunta: Un disgraziato italiano, reduce dall’America, ed abbagliato dalla luce dannunziana, avrebbe rovinato se stesso e la sua famiglia, dopo aver deposto ai piedi dell’insaziabile e perfido Poeta tutti i suoi milioni guadagnati in Brasile con il sudore della fronte, per convincerlo a recarsi in America per un giro di conferenze: proposta che d’Annunzio (dopo aver naturalmente inghiottiti i milioni) avrebbe rifiutata con una frase divenuta poi celebre: «Non mi muovo per un pacchetto di sigarette ». Tale è la Leggenda. Vedremo poi con comodo, in altra par-i te del libro, come quei favolosi milioni brasiliani si siano [ ridotti alla miserevole somma di lire italiane ventiduemila ! Ma il razzo era stato lanciato e l’immensa frottola (certo più seducente della meschina realtà) già ricadeva scoppiettando in mille piccole luci dorate che si rifrangevano per tutto l’universo! E passiamo al soggiorno del Poeta in Francia. Qui la Leggenda diviene subito più frivola: si « parigi-|nizza ». Poiché il Poeta è divenuto l’uomo alla moda, l’idolo