D’ANNUNZIO GIUDICA SF. STESSO E GLI ALTRI I37 E concluse: « Pochi, sfortunatamente, sanno scrivere in francese come lui ! » Con Maurice Barrès, l’amicizia di d’Annunzio, che non fu solo di carattere letterario, fu sempre sincera e fervida e, durante i primi mesi di guerra, i contatti dei due artisti furono frequentissimi. Racconto in un altro capitolo a qual punto giungesse l’ammirazione del grande scrittore francese per il nostro Poeta e in che modo egli glie l’avesse ricambiata in occasione del « San Sebastiano ». Nel 1916, Barrès si recò a Venezia a visitare d’Annunzio, allora convalescente della sua ferita di guerra ad un occhio. Anima squisitamente latina, Maurice Barrès, cantore impareggiabile delle bellezze dell’Italia, trovava in d’Annunzio, che alla « dolce Francia » aveva consacrato tante pagine d’appassionato lirismo, ancor più che un amico un vero e proprio fratello spirituale. E come tale lo trattò sempre fino alla morte. Un giorno, con ¡’Accademico Henri Bordeaux, d’Annunzio rievocò la rara amicizia che l’aveva sempre legato al Barrès. « Eravamo alla vigilia della vittoria della Marna che salvò la Francia dall'invasione: erano i giorni della dolorosa ritirata che fu la conseguenza della disfatta di Charleroi. Ho letto quel giorno sul viso contratto di Barrès tutta l'angoscia della sua patria. Quell'espressione che oltrepassava ogni inquietudine personale, in cui l'uomo interamente si perdeva o si rivelava nella sorte del suo paese, è rimasta per me indimenticabile. « Sono » conchiuse d’Annunzio « il solo 0 uno dei pochi che abbiano conosciuto la dolcezza di Barrès. In quelli della mia razza come della sua, la dolcezza non esiste quasi più. Non è quindi che maggiormente preziosa. È bello d'aver visto nella guerra e nella vita due uomini fatti per essere dei rivali, comprendersi ed amarsi reciprocamente come ci siamo amati e compresi Barrès ed io ». A Parigi d’Annunzio si legò anche intimamente con Henri de Régnier, con la moglie sua, delicata scrittrice che si na-