L’UOMO MORALE E... IMMORALE 57 di lui dà lo Scarfoglio, esclude che, anche con questa convinzione, il d’Annunzio giovinetto si dia delle arie: « Egli era cosi affabile e modesto » racconta Edoardo Scarfoglio « e con tanta grazia sopportava il peso della sua gloria nascente, che tutti correvano a lui per una spontanea attrazione d’amicizia, come ad un gentile miracolo che, nella volgarità della vita letteraria, non troppo spesso occorre ». Oggi, se d’Annunzio non conosce esattamente il suo valore in dollari come avrebbe voluto saperlo quel giornalista americano che pretendeva, molti anni fa airHótel Meurice, che io gli dicessi «il valore complessivo in danaro » del signor d’Annunzio, per poterlo cablare al suo giornale, egli 10 sa perfettamente in linea ideale. E se di questo valore, che considera altissimo, non si vanta, è perché non prova 11 bisogno di convincere i convinti, i quali, nei suoi riguardi, rappresentano i nove decimi delle persone intelligenti del globo. Negare che egli si ritenga una persona d’eccezione, la quale in certi determinati casi ha diritto a trattamenti speciali, neppure questo è possibile. Quando parla della guerra italo-austriaca, sia pure in tono scherzoso la chiama sempre: « La “mia” guerra ». Parlando del suo viso dopo morto, dice che esso assumerà « la maschera del porjirogénito ». Quando accenna a tutto quel che la gente fa o dice fuor dalla cinta del Vittoriale, usa queste frasi curiose: « Voi che dite questo... Voi che fate questo... »oppure: «Come dite voi... Come fate voi... ». E, intendiamoci, non si rivolge, dicendo cosi, ai soli italiani, ma al mondo intero. Dal che si dovrebbe dedurre che egli consideri l’umanità come divisa in due sezioni: Gabriele d’Annunzio da una parte e il resto dall’altra. Prova, questa, di una superbia sconosciuta persino agli angeli ribelli, e, sopra tutto, di una sua persistente aderenza alle teorie di Nietzsche, che arrivava al punto di dichiarare che un giorno la storia dell’umanità sarebbe stata divisa