634 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO poiché Albano era stato già varie volte sede prescelta dal Poeta per sue successive avventure sentimentali, delle quali ultima cronologicamente quella con la Duse, che naturalmente ignorava le precedenti. Per chi conosce quel lago, rimane sempre un mistero dove il teatro (intesa la parola nel senso architettonico) avrebbe potuto essere costruito. Le colline circostanti scendono infatti a picco, data l’evidente origine vulcanica di quel misterioso specchio d’acqua. Ma questo problema tecnico certo non sfiorò neppure il cervello di Gabriele d’Annunzio e ancor meno quello di Eleonora Duse, che, come tutte le donne innamorate, era allora in quello stato di divina insipienza, durante il quale la verità non è per loro costituita che dalle parole dell’amato. Ella non mancò dunque di fare appello ai mecenati suoi conoscenti e a tutti i suoi compagni d’arte sparsi per il mondo, perché l’aiutassero nella mirifica impresa. Tutti applaudirono alla poetica idea, anche coloro, ed erano i più, per i quali il lago d’Albano era altrettanto ignoto quanto il Tanganika, e probabilmente se lo figuravano ricco di ville ed alberghi e solcato da vaporetti. Ma in nessuno, l’entusiasmo raggiunse un grado tale da produrre uno sborso di quattrini. E cosi il progetto rimase allo stato di sogno. Il secondo sogno fu quello del Teatro di Fiesole. Pratica-mente sarebbe stato certo più attuabile, giacché una base morale e materiale esisteva nelle antiche pietre del teatro romano, alle quali, secondo il Poeta, non mancava che d’essere rianimate dal suo genio. Ma i tempi erano duri e la gente era cosi imbevuta, allora, di un egoistico ed onesto materialismo, che anche questo secondo appello poetico cadde nel vuoto. Il terzo fu quello del « Théâtre de Fête», che avrebbe dovuto sorgere in Parigi e costituire, per d’Annunzio, quello che il «Teatro di Festa» di Bayreuth aveva rappresentato per Wagner. Questo terzo sogno (ed è certo il meno noto) poco mancò