792 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO Nel Vittoriale, vi è una stanza meravigliosa, la Stanza della Musica. Ho visto persino gli ignoranti rimanere colpiti, il che è una grande prova poiché, subito dopo l’uomo superiore, il più grande scettico del mondo è sempre l’imbecille, il quale non si stupisce mai di nulla. Si potrebbe facilmente elencare tutto ciò che quella stanza contiene, ma darne un’idea è quasi impossibile. Tutto vi è sovranamente e solennemente armonico, dalla luce ai colori, dalle stoffe ai marmi, dalle disposizioni dei mobili alla decorazione del soffitto. La composizione di questa stanza è interamente dovuta al genio inventivo di d’Annunzio ed al suo « raptus » poetico, ed è altrettanto bella, pura, immaginosa, che una fra le sue più belle creazioni letterarie. A mia figlia che si fermò sulla soglia meravigliata di tanta armonia e bellezza e che glielo disse, il Poeta rispose: « Siete l'unica persona che abbia riconosciuto che io son migliore come decoratore e tappezziere che come poeta o romanziere ». E, ancora accennando a questo stupore ammirativo di mia figlia, egli scriveva a mia moglie, qualche giorno dopo: « Abbiamo passato alcune fresche ore di amicizia sempre rammaricandoci della vostra assenza. Rivedrete Merino aumentata di sette oncie e "raddrizzata". Ella vi dirà come io sia, più che mai, artiere di tutte le arti ». Chi varca la soglia di questa stanza entra in un regno irreale, e se vi entra quando al pianoforte siede un evocatore od una evocatrice, quella sensazione di « irrealità » diviene ancora più acuta. Qui le trovate del d’Annunzio decoratore hanno raggiunto la massima perfezione. Egli ne era conscio e, quando il visitatore entrava per la prima volta nella stanza della Musica, il Poeta rimaneva sempre un poco indietro, con un sorriso malizioso quasi a spiarne con compiacenza l’inevitabile fatale commozione.