LA CORRISPONDENZA DEL POETA 509 Si arriva cosi al buffonesco risultato che la lettera scritta «materialmente» da un bambino di sette anni, contiene per esempio frasi di questo genere: « Poeta caro, poiché la tua intelligenza e la tua alta dottrina ti hanno permesso di partorire una cosi insigne mole di capolavori ecc. » Oppure: « Caro Gabriele, sono un piccolo bambino ma le mie labbrucce tremano a pronunziare il nome dell’imaginifico cantore di nostra stirpe, di colui che dai gorghi mediterranei ha saputo trarre le supreme melodie ecc. » Oppure: « Permetti Poeta che ti faccia un bacino sulla fronte onusta di giusti allori e di gloria » ecc... Moltissimi sono coloro che non sanno con qual titolo rivolgersi a lui quando incominciano la loro lettera. L’inizio piti comune è: « Poeta! » o anche: « Principe!» oppure « Eccellenza ! ». Ma ve n’è che usano appellativi più peregrini e più scelti: per esempio: «Aedo! » A Fiume, qualche volta è stato anche chiamato: « Sire », onore che lo lasciava indifferentissimo. E, per finire, una volta il direttore di un teatro che aveva cominciato una sua lettera con l’appellativo: « Divino Poeta » (lettera in cui gli proponeva « tout bonnement » un affare e che salvo l’inizio era tutta redatta in uno stile pedestremente commerciale), chiuse la missiva con queste storiche parole: « Nel mentre rimango in attesa di un cortese riscontro da parte della Divinità Vostra, colgo l’occasione per presentarle i miei più rispettosi e sommessi Alalà. » Un’altra ragguardevole percentuale delle lettere che riceve giornalmente d’Annunzio è data dalle lettere femminili, amorose o meno. Le donne che scrivono al Poeta (parlo di quelle che non lo conoscono personalmente) lo fanno, in genere, perché sedotte da quel che vi è di perverso in lui, come scrittore o, secondo la fama, come uomo. È noto che tutto ciò che sa