INVENZIONI, MANIE E SUPERSTIZIONI 317 prodigiosa) faceva loro dire, entrando: « Je viens de la part de l'ami d'Apollan ». La veggente riceveva bendata e protetta da una tenda sporca, attraverso la quale il paziente doveva insinuare la mano sinistra. Or non è molto, la maga « accreditata » presso d’An-nunzio era una certa Giovanna d’Arc Trinca, che si vantava discendente della Pulzella d’Orléans; abitava Venezia e il Poeta la consultava, quando ne aveva voglia, per interposta persona. Egli stesso, all’epoca dell’ « Innocente », a Napoli nel 1883, aveva, mezzo sul serio, mezzo per celia, aperto sotto altro nome uno « Studio psicologico gratuito » la cui sede era in casa di una russa presso la quale il giovane poeta era in pensione; e l’aveva lanciato perfino con avvisi economici sul « Corriere di Napoli ». Mi raccontò che le clienti affluivano e se ne andavano sempre soddisfatte, affermazione da non mettersi in dubbio, specie per quelle carine. D’Annunzio ama farsi « tirare le carte » ed approfitta dell’abilità di chiunque in questo ramo. Un giorno del luglio 1919, a Roma, egli era in casa di sua moglie Donna Maria, che dava un ricevimento in onore di lui, nel suo appartamento di piazza di Spagna. Una principessa romana cartomane che si trovava fra gli invitati gli lesse l’avvenire nelle carte. Alla fine d’Annunzio esclamò con gioia: « Trionfi, trionfi; le carte seno state straordinarie ». Fu quel giorno, lo raccontò egli stesso più tardi, che il Poeta decise di marciare su Fiume. Anche sua moglie, Donna Maria, indulgentemente si presta a fargli l’oroscopo ogniqualvolta si ritrovino ed egli ne manifesti il desiderio. La Signora, che conosce tutte le debolezze del suo singolare consorte, s’incarica anche di fargli pervenire ogni anno due notissimi e popolari opuscoli di predizioni storiche e meteorologiche: il «Barbanera» di Sesto Caio Bacelli e il « Doppio Pescatore di Chiaravalle »,