416 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO Il grosso pubblico non vide, da un lato, che un esteta egoista e cinico, dall’altro, una donna innamorata e abbandonata. E giudicò inappellabilmente contro d’Annunzio. Solo cosi si spiega l’accanimento generale contro di lui, accanimento che ancora non s’è placato del tutto e che, anche dopo trent’anni, riaffiora non appena nella più banale conversazione il doloroso tasto venga toccato. In sostanza, all’osservatore imparziale, questo amore, tanto nel suo svolgimento quanto nella sua fine, non è per nulla dissimile da infiniti altri celebri amori umani che l’hanno preceduto e seguito. I soli punti che lo dovrebbero differenziare dagli altri e costituire dei veri e propri capi d’accusa contro il Poeta, sono due: il fatto di aver egli tratto vantaggi finanziari dalla sua relazione con la grande attrice e quello d’aver poi, per giunta, messa moralmente alla berlina l’attrice stessa, in modo poco cavalleresco, nel suo romanzo « Il Fuoco ». Del primo capo d’accusa ritengo d’aver fatto sufficiente-mente giustizia in un altro capitolo. Passiamo dunque senz’altro al secondo e accettiamo addirittura la versione (d’altronde arbitraria) che « Stelio » e la « Foscarina » non siano che pseudonimi e che le pagine del romanzo, salvo le inevitabili trasposizioni, non rappresentino che l’esatta narrazione, non solo di quel che era avvenuto ma di quel che stava avvenendo fra i veri attori del dramma amoroso, Gabriele d’Annunzio ed Eleonora Duse. Vediamo che cosa contenga d’offensivo per la « Fosca-rina-Duse » l’incriminatissimo « Fuoco » che (comincio a crederlo) è stato assai più « dato per letto », che letto veramente dai denigratori di d’Annunzio. Premetto che non a caso ho scritto le parole «stava avvenendo », giacché il romanzo in questione fu scritto da d’Annunzio mentre (circostanza che non bisogna dimenticare) il suo amore con la Duse era ancora nel suo pieno e frenetico svolgimento: fu scritto cioè dal luglio 1896 al 1900, data della pubblicazione.