lcria, una divisione della guardia reale,,oltre ad un forte nucleo di truppe dipendenti dal comando della difesa delle Bocche di Cattare, in Dalmazia. Si tratta in complesso di 59 reggimenti di fanteria, costituiti su tre o quattro battaglioni eia scuno, 10 reggimenti di gendarmeria, 10 reggimenti di cavalleria, 42 reggimenti di artiglieria di tutte le specialità, sci reggimenti del genio di ogni specialità, oltre i reparti di carri armati, di ciclisti e motociclisti e di tutti i servizi corrispondenti. In totale: 150 mila armati in tempo di pace. E’ come se l’Italia avesse, fatte le proporzioni, mezzo milione di soldati alle armi. E non sono comprese nel numero jugoslavo le cifre imprecisabili dei ccitii/(i, le bande d’armati irregolari, e dei gruppi del So\ol pur essi armati e affiancati con funzioni militari all’esercito. La preparazione militare non è stata meno intensa c organica negli altri rami. L’aviazione si è iniziata nel 1930 con solo venti apparecchi. Oggi consta di sette reggimenti (dei quali uno in corco di costituzione) che dispongono complessivamente di un migliaio di apparecchi moderni, compresi quelli di riserva, senza contare i nuclei dell’idroaviazione assegnati aHc forze navali. In gran fretta, in un solo anno, tra il settembre 1927 e il settembre 1928, è stata costruita a Rekoviza una fabbrica di motori per aeroplani. Essa basta per il bisogno dell’aviazione jugoslava ed è controllata da venticinque operai specializzati francesi. * * • Tipica è anche la preparazione navale. La Jugoslavia ha ereditato dalla marina austro-ungarica un primo piccolo nu-•o di navi da guerra, costituito da un incrociatore di 2.600 tonnellate, u torpediniere da 200 tonnellate, 6 posamine di recente costruzione, una nave scuola e alquanto naviglio sussi-