XIX GLI AMICI DI D’ANNUNZIO IL TRATTATO DELL’AMICIZIA - GLI AMICI DELLA GIOVINEZZA -I NEMICI INTIMI - D’ANNUNZIO E PROUST - IL CANDIDO FRATELLO - LE DOLCISSIME NOTTI DI FRANCA VILLA - D’ANNUNZIO SI CONGRATULA COL SENATO - LE INFERMITÀ MUSICALI DI D’ANNUNZIO - L’APPARTAMENTO MISTERIOSO - « LES AMIES DE MES AMIS SONT MES AMIES )> - CESARE FONTANA, SCONOSCIUTO DANDY - IL GUARDIANO DEL SORRISO DI D’ANNUNZIO - GLI « AMICI MINORES » - VENTANNI DOPO! - UN GRAN SACERDOTE DELLA MONDANITÀ - L’AMICO DI CHANTILLY - L’AMICA SENZA MACCHIA - GLI AMICI REGIONALI - IL ORAN MAESTRO DELLE CERIMONIE - GLI AMICI SPECIALISTI - GLI AMICI DELLA « MAIN GAUCHE » - UN ESASPERATO BOVARY - D’ANNUNZIO E GIULIO CESARE lAmicus fidelis, protectio fortis. Qjii autem invertii illum, inverni thesaurum» (Ecclesiaste, Cap. VI). E certo che poche persone al mondo si sono servite della parola amicizia e di tutti i suoi derivati (amico, amichevole, amicale, amicalmente, amichevolmente, ecc. ecc.) quanto d’Annunzio. Le sue lettere, le sue dediche, tanto sui volumi quanto sulle fotografie, ne sono semplicemente zeppi. A chi, avendo occasione di essere a tu per tu con lui, gli domandasse se conosceva un Tizio qualunque, purché bene inteso questo Tizio appartenesse ad una certa classe sociale, fosse un artista o anche soltanto un uomo noto nella buona società, d’Annunzio o rispondeva con un « no » secco (giacché era possibile che, malgrado le sue innumerevoli conoscenze, egli ignorasse l’individuo in questione), oppure, molto più spesso: « Ma certo... È un mio grande ami- m.