622 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO anni, rappresentati dalle solenni promesse che egli non ha mancato di fare a destra e a sinistra a tutte le attrici delle quali ha fatto conoscenza durante il periodo che va dall’ultima sua produzione teatrale a quella nuova. Poi, oltre a questi impegni di antica data, vi son quelli nati « en cours de route », mentre cioè d’Annunzio sta correggendo e ricopiando il suo manoscritto e incomincia quindi, come è naturale, a pensare alla interpretazione. E sono altrettanto importanti, per numero e per solennità, di quelli presi prima, giacché d’Annunzio quando promette non promette mai in modo superficiale ma sempre con la serietà con cui firmerebbe una cambiale. Non parlo, beninteso, della protagonista. Per quanto il Poeta possa tenere sentimentalmente e fisicamente ad una donna, questo suo stato d’animo non è mai tale da offuscare il suo giudizio circa l’opportunità o meno di una data scelta. Eleonora Duse, a parte il fatto di essere stata la sua amica era senza alcun dubbio, all’epoca in cui incarnava i personaggi di d’Annunzio, la più grande attrice vivente, ed io dimostro altrove come l’averla scelta ad interpretare la sua opera teatrale sia stato determinato dall’altissimo concetto che egli aveva del valore artistico della tragica, assai più dal suo sentimento amoroso verso la donna. Cosi, avvenne per Sarah Bernhardt, per Ida Rubinstein, per le due Gramati-ca, per Berthe Bady, per la Franchini, e forse per qualche altra. Ma salvo queste onorevoli, quasi direi storiche eccezioni, la maggior parte delle scelte delle attrici fu guidata in lui dalla sia pur vaga speranza di conciliare, come si suol dire, l’utile col dilettevole, speranza che qualche rara volta rimase allo stato di... speranza, con grande esasperazione del nostro bollente eroe. Quante volte d’Annunzio, di cui è nota l’abilità nel fingersi vittima sfortunata di situazioni che invece ha lui stesso creato e favorito, non mi ha detto, alzando le braccia