l’uomo fisico 17 « Ho preso del lepre, tutto fragrante di timo e di rosmarino brucato durante Pestate. Era un lepre grasso, ben nutrito, perfetto. « Poi ho preso del “pàté” tutto dorato nella sua bella crosta untuosa rivestita di piccole fette di lardo e riempita tutta d’un sugo colorito, “glacé”, trasparente come uno specchio, che teneva in resco i tartufi odorosi, il fegato rosso ed anche qualche minuzzolo di pernice tenerella. Oh che “ disossatura ” (si dice cosi) sapiente! « Poi ho preso certe fette di non so che cosa, posate su un letto di funghi sminuzzati, bagnate di un burro che aveva un gusto di “noisette” e di un sugo che aveva un gusto di li champagne”. « Poi ho preso il fagiano, in cui, durante una settimana di “ pen-daison ”, s’era sviluppato l’aroma insieme a un olio squisito prodotto da un poco di fermentazione. Erano fette finissime, inajfiate di un succo di midolla di bove, sparse di tartufi in frammenti e coronate di grossi tartufi tagliati in due. Che delizia! Il peccato della gola mi sia perdonato dal buon Dio. “How sad and bad and mad it is Bui now, how it is sweet! ” » Si tratta, come si vede, di un autentico buongustaio. Ne volete un’altra prova? Trovandosi in un « restaurant » di Vienna, dopo essersi offerto un buon pranzo, redige questi piccoli appunti riassuntivi: « La finezza dei cibi aiuta l’armonia mentale — Una beccaccina — Colore magnifico — Il sugo dorato e fulvo nel vaso d’argento — I crostini sapienti — I sapori delicati e complicati — Il “ Marcobrunner” nel fine bicchiere, vino d’oro ardente ». Si può essere più poeta e nello stesso tempo più « gour-mand » ? Non lo credo. In tutta la sua vita d’Annunzio ha sempre atteso l’ora della colazione e del pranzo con vera gioia; diventa di umore intrattabile se non è prontamente servito. E in fatto di vivande è schifiltosissimo. Basta una cosa da nulla per fargli perdere l’appetito. Un giorno mi raccontò come un suo camerata di reggimento, Riccardo Sonzogno (che divenne poi proprietario della vecchia Gasa Editrice milanese) quando mangiava con lui al bettolino della caserma