L’UOMO MORALE E... IMMORALE 55 queste belle e desiderabili cose, moltiplicate per mille, gli accadono da quando aveva quattordici anni, senza che si sia dato mai il minimo disturbo né abbia mai speso un soldo per procacciarsele. La forma più abituale dell’auto-réclame è l’esibizione personale. Ora d’Annunzio, da trent’anni a questa parte, eccetto nel periodo fiumano, si mostra tanto poco in pubblico che v’è persino chi dubita della sua reale esistenza. Egli è capace di star rinchiuso in casa, senza uscirne mai, non dico per mesi, ma per anni. Quando abitava sul colle di Settignano non scendeva quasi mai a Firenze. In Francia rimase chiuso in una villa per quasi due anni e mezzo senza veder mai nessuno. Da che abita a Gardone, conduce una vita da vero eremita. Polemiche non ne accetta, calze di diverso colore, come altri quand’erano giovani, non ne ha mai portate. Conferenze, in sessantacinque anni, non ne tenne che un paio nel 1909. Infatti, mi scriveva in Francia nel dicembre del 1916, a proposito di qualcuno che gli aveva chiesto di tenere al «Trocadero » di Parigi un discorso sull’argomento navale : « Gli feci comprendere che m’è impossibile, come sai, venire a Parigi, senza passare sotto le forche dell’ '‘'’ufficialità”, per il discorso al Trocadero, la probabile decorazione, ecc. » E, più tardi, nel 1921, avendo ricevuto un invito per una grande conferenza celebrativa di Milano, mi scriveva pregandomi di scusarlo presso gli organizzatori e aggiungeva: « Ti pare possibile che io ricompaia pubblicamente a Milano, in una sala, davanti a qualche centinaia di i'plastrons”? » Durante tredici anni, dalla fine della guerra ad oggi, non ha mai visitato Roma né una capitale straniera; non è mai intervenuto a una cerimonia, a un banchetto, ad una festa, ad un ricevimento ufficiale o mondano. Non è mai stato membro, né presidente di alcun comitato. Nel 1921, mi scrive da Cargnacco: « Ti prego di avvertire che io non posso né voglio essere di nessun comitato, senza eccezioni ». Non