66o VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO D’Annunzio pur essendo, per natura, disinteressato e scialacquatore, è quanto mai lucido e preciso nel computo e nella difesa dei suoi guadagni (i). Egli può rinunciare ad un suo incasso a favore di un amico bisognoso o di una amica; ma ciò non toglie che egli conosca sempre, esattamente, l’entità di quel che gli spetta. All’epoca in cui il cambio con la Francia era in favore del franco, bisognava vedere con quale competenza e precisione il Poeta indicava a me, che mi trovavo a Parigi, la convenienza o meno di pretendere i pagamenti in lire o in franchi ! Mi scrisse nel novembre 1916: « Caro Tom, a proposito del cambio ebbi l’occasione di vedere Piero Pirelli, maestro nella materia, il quale appunto mi affermò che il conto non era esatto. Del resto, denaro italiano mandato ad Arcachon in quell'epoca, fu conteggiato col cambio del 16‘¡. e l/a- « Ma è probabile che la Borsa parigina sia più arbitraria che altrove. « L'oro oscilla fra 130 e 135. «È bene, in altra occasione, ottenere il più possibile ». E nel dicembre, ritornava alla carica: « Ti ho telegrafato in proposito del cambio perchè è bene, in tempi cosi duri, profittarne giustamente: e forse sarebbe preferibile mandare biglietti di banca in assicurata. « Il cambio è a 118,50 per cento franchi. « Quindi sulle ventimila restanti dopo le spese, il cambio è di almeno 3600 lire. Tieni conto di ciò. » (1) « In d’Annunzio *, ha scritto giustamente André Geiger, « Achille ed Ulisse coesistono e si secondano a meraviglia ».