D’ANNUNZIO « BUSINESS MAN )) 669 Terminate le Canzoni (tutte le cose belle hanno una fine) si passò ad un secondo contratto di collaborazione e fu quello delle ormai famose « Faville », a mille lire l’una. Nell’animo e soprattutto nella conversazione di d’Annun-zio le « Faville » avevano finito coll’acquistare il valore di una unità di misura... monetaria: egli mi diceva (da principio scherzosamente, ma in seguito con la massima serietà) delle frasi di questo genere: « Cosa credi che costerà quel mobilino che abbiamo visto da Grou.lt? Io penso che me lo lascerà “per un paio di faville”! », esattamente come avrebbe detto, se fosse stato un brasiliano: per un paio di «contos ». Aveva anche creato il verbo corrispondente: «sfavillare » e ne usava anche nelle lettere. Mi scrisse ad Arcachon nel gennaio 1912, in un momento finanziario particolarmente crudo: « Ho dovuto lavorare notte e giorno per far fronte alla crisi della fine d’anno. Ahimè, sfavillare è l’ultimo rimedio! Sono solo solo, e in una malinconia cupa. S’invecchia. » E nel marzo dello stesso anno, mi riscrisse: « Le50.000 lire della “ Pisane Ile” vanno sfortunatamente tutte ai creditori. Pensare che quel danaro non servi per me. Ora, appena finito questo tremendo sforzo (più di 4000 versi) mi dovrò rimettere a “ risfavillare”! Che triste sorte! Ti abbraccio. Il tuo Gabriel ». Lo « sfavillamento » ebbe poi un lungo periodo di sosta. D’Annunzio lavorava ad opere di ben più vasta mole. E, quando avrebbe potuto ricominciare a lavorare per il « Corriere della Sera », fece la conoscenza di Hearst, o meglio, sul principio, del rappresentante di Hearst a Parigi, signor Bertelli, e naturalmente, sedotto da proposte più « americane », abbandonò il « Corriere della Sera » (i). Hearst voleva avere d’Annunzio come collaboratore dei suoi diciotto quotidiani e lo ebbe: ma, se lo pagò all’inizio (1) Sotto la direzione di Maffio Maffii, il «Corriere della Sera» tornò alla carica, offrendo 10.000 lire per articolo (la somma mi fu annunciata da d’Annunzio). Ma il Poeta rispose negativamente: «Non voglio essere legato a nessuno ni a nulla », mi disse, raccontandomi questa sua decisione.