5io VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO di proibito, di delittuoso, di corrotto, di criminale, esercita su innumeri donne un fascino irresistibile, tanto che mentre si calcolano a varie centinaia le lettere d’amore ricevute in prigione da quel sinistro Landru che aveva graziosamente bruciato nella sua stufa una ventina di donne, nessuna donna si è mai sognata di inviare missive amorose a benefattori dell’Umanità, come Pasteur o Edison. Non è certo quindi al d’Annunzio autore della « Laus Vitae » o della « Contemplazione della Morte » che esse si dirigono, ma al d’Annunzio della leggenda, vizioso e crudele, incomparabile descrittore di incesti e di adulterii complicati. A queste lettere femminili, tenere od esaltate, supplici o spasmodicamente violente, d’Annunzio, non ha mai risposto. In materia femminile egli non ha mai apprezzato la seduzione dell’ignoto. Preferisce gli esperimenti « a ragion veduta » e, assai più ch’essere conquistato e richiesto, ama conquistare e richiedere. Contrariamente a quanto sarebbe logico supporre, d’Annunzio malgrado la sua fama giustificatissima di incorreggibile conquistatore di donne, non ha ricevuto durante la sua vita che un numero ristretto di dichiarazioni d’amore da parte di ignote. Ritengo che la ragione di questa inesplicabile lacuna nella vita amorosa del Poeta sia dovuta principalmente ad un fatto : al timore reverenziale che devono sempre aver provato le donne, anche le più audaci, ad affrontare, avendo a che fare con uno scrittore del calibro e del genere di d’Annunzio, l’inquietante problema dello stile; in altri termini, alla paura del ridicolo. Altra ragione, secondaria: quella di passare per sciocche agli occhi di quella donna che esse supponevano fosse in quel momento la titolare al posto d’amica e che non avrebbe certo mancato di leggere e commentare epistole di tal genere. Quando affermo che le dichiarazioni d’amore inviate a d’Annunzio da ignote sono state poco numerose ciò deve