662 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO dovere (sic), ripeto ancora e sostengo che l’oggetto è antico, garantito e proveniente dalla famiglia della quale Ella possiede le carte. Gradisca, Illustrissimo... » ecc. ecc. D’Annunzio inviò la lettera a casa mia aggiungendovi le seguenti parole: « Caro Tom, ho ricevuto questa lettera dal F. « Dimmi francamente se i tuoi affari ti permettono di occuparti di questo; perché non vorrei perdere l’occasione, se è buona; né il tempo, se non è possibile concludere qualcosa di utile (per me e per te). « Ti ho già esposto la questione. Cerca di andare stamani all'appuntamento. E tratta la cosa con abilità e con relativa elasticità. « Se la somma fosse stabilita a 25.000 (1), diecimila al contratto, diecimila alla fine dell’opera, cinquemila il giorno della pubblicazione. La percentuale sulla somma di vendita. « Io resterò a casa fino alle due. Arrivederci, Gabriel. » È certo che l’oggetto avrebbe potuto salire a forti prezzi, a seguito di un’autenticazione di d’Annunzio, tanto più che il Poeta si riprometteva di pubblicare in proposito una breve memoria, seguita da una dichiarazione. Il proprietario portò a d’Annunzio parecchie volte la pretesa opera di Leonardo perché egli la potesse esaminare con calma. Rimaneva qualche volta in anticamera per ore ed ore, non intendendo separarsi per nessuna ragione dal suo tesoro. Ma d’Annunzio, esaminati pazientemente l’opera e i documenti per molti giorni, non ritenne poi di potersi pronunciare con sicurezza, e preferì di non dare corso alla faccenda. (1) È sottinteso: « allora pretenderei ».