568 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO serie avec un ami, sait qu’il sacrifie une realité pour quel-que chose qui n’existe pas ». E, anche più crudamente: «L’altruisme humain qui n’est pas égolste est stèrile, c’est celui de l’écrivain qui s’interrompt de travailler pour recevoir un ami malheureux ». Ora, d’Annunzio che dalla sua bontà sarebbe indotto talvolta ad infrangere questa crudele teoria, e che d’altra parte non ammette in nessun caso di interrompere il suo lavoro, ha scelto nella pratica una via di mezzo che gli permette nello stesso tempo di lavorare indisturbato e di non soffrire mai di rimorsi di coscienza. Quando lavora, chiude le porte e vieta ai propri domestici di fargli qualsiasi comunicazione verbale o scritta, sotto pena d’immediato licenziamento, fino al momento in cui egli non abbia tolto il divieto. Usando di queste « paratie stagne », che funzionano alcune volte anche per un mese, e che la sua vita d’eccezione gli permette di far rispettare scrupolosamente, egli risolve il problema. Oltre a ciò d’Annunzio (me ne dispiace assai per tutti coloro che hanno creduto che egli fosse per loro un amico nel senso comune della parola) non potrebbe mai esser tale completamente e tale non è mai stato per nessuno, per un’altra ragione strettamente connessa al suo carattere: egli, nel più profondo del suo animo, ha sempre freddamente e sistematicamente, salvo pochissime eccezioni, disprezzati i suoi simili. Solamente (non fosse che per abitudine di squisita cortesia, qualità in cui eccelle) ha sempre seguito il sistema di sprezzare gli uni parlando con gli altri e gli altri (se mi è lecito il bisticcio) con gli uni; cosicché tutti si sono sempre sentiti soddisfatti, ritenendo ciascuno, aiutato dal suo amor proprio personale, di costituire una fortunata eccezione. Quante volte, in più di trent’anni di vita comune, ho visto d’Annunzio distruggere con il più ironico dei sorrisi