L’iNSEPARABILE COMPAGNA 8x mestamente: « O dolce Italia, malgrado l’asinità e la malignità onde sei gonfia, incomincio ad essere afflitto dalla nostalgia delle tue rive ». Come nascevano queste stupide leggende? si chiederà qualcuno. Ebbene, volete un esempio di riuscita d’una leggenda dannunziana? Eccolo. Un giorno (eravamo nel marzo del 1910) d’Annunzio, che è alloggiato alPHótel Meurice a Parigi, m’incarica di spedire alcuni suoi telegrammi. Li prendo e li porto personalmente all’ufficio telegrafico della Rue Auber. La signorina che è allo sportello, li spulcia, e vedendo la firma di d’Annunzio, alza gli occhi leggermente incuriosita e mi squadra, convinta che io sia il Poeta in persona. Era una giornata calda; io m’ero levato il cappello. Premetto che sono fornito di una folta capigliatura. Uno dei telegrammi era con risposta pagata. Consegnandomi la ricevuta, la signorina mi disse: « Voilà, Maître » e sorrise. « Merci », feci io, rispondendo con un sorrisetto ancora più « engageant » e lasciandola nell’illusione che io fossi d’Annunzio. Allora la telegrafista si fece coraggio e disse : « Qjue le monde est méchant, tout de même! Dire qu’on raconte que vous êtes complètement chauve! Vraiment il ne faut jamais croire à ce que l’on dit! » Qualche giorno dopo, il giornale Comœdia in uno dei suoi « échos » dava la seguente notizia: « M. d’Annunzio s’éprit, l’hiver dernier, d’une belle actrice romaine: Bianca Leguardi. Celle-ci le repoussa: “Jamais je ne pourrai aimer un homme chauve!” «L’auteur des “Victoires mutilées” souffrit beaucoup de cet échec. Et, aujourd’hui, il a orné son chef d’une perruque... adéquate. » Evidentemente il fatterello aveva fatto il suo bravo giro