78 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO Saint-Dominique, Hotel du Luxembourg, Casetta Rossa: meravigliose tappe dell’artista verso l’immortalità. Come i capolavori del Poeta sono scritti in queste dimore, cosi in queste si svolge la vita più intensa dell’ Uomo. Come conseguenza immediata, le dicerie più assurde, più fantastiche corrono sul suo conto, s’ingigantiscono, si propagano per il mondo, favorite ed alimentate dalla sciocca invidia dei confratelli che, schiacciati, polverizzati dalla straripante gloria dannunziana, credono di prendersi la rivincita denigrando l’uomo ed additandolo come un campione di immoralità. La Capponcina, che dopo tutto non è che la ricca dimora di uno scrittore che sa guadagnar bene i suoi quattrini e spenderli anche meglio, e che vi fa i suoi comodi lavorando e divertendosi a modo suo, diventa nella fantasia popolare una specie di palazzo di Tiberio, dove i cani mangiano in coppe d’argento, ove decine di donne magnifiche vivono costantemente nude fra tesori d’arte e fumi di incenso, ove « messe nere » si alternano ad altri riti non meno ermetici che spudorati. Quanta fantasia! Quando, qualche anno dopo, un gruppo omogeneo e compatto di usurai, fiancheggiato da qualche pseudo-amico del Poeta, di cui taccio il nome per compassione, si sparti le spoglie della distrutta « Capponcina » sotto gli occhi esterrefatti di un fedele servitore di d’Annunzio, si vide allora come la dimora del Poeta somigliasse assai più alla severa, per quanto meravigliosa, fucina di un grande e puro artista, che non all’imperiale palazzo del figlio adottivo d’Augusto. E passiamo alla « Versiliana », in riva al mare Etrusco (come lo chiama il Poeta) spaziosa e sobria villa fiorentina, circondata da un immenso e solitario parco. Qui il Poeta, sempre secondo la Leggenda, si accontenta di cavalcare sovente sulla spiaggia, completamente nudo, montando un destriero bianco. Nessuno, per dire il vero, lo vide mai cosi; neppure i Reali Carabinieri, che là sono